«Come possono conciliarsi i valori spirituali con quelli dell’agonismo sportivo? Le Olimpiadi Invernali del 2006 sono state l’occasione per poter rispondere a questa domanda. In ogni villaggio olimpico erano infatti presenti luoghi di culto per ogni religione in modo tale che gli atleti potessero avere il loro appoggio ecumenico. Attraverso le testimonianze dei leader delle maggiori confessioni presenti in Italia per questa occasione (Islamismo, Buddismo, Cattolicesimo, Ebraismo, Induismo) più le interviste realizzate con alcuni atleti, ho scoperto un mondo dove la religione non solo è “un segno della croce e via” prima della gara, ma elemento di scambio umano tra persone di altre nazionalità oltre che serbatoio dal quale attingere nuove energie» (V. Castagneto, Dichiarazione inedita, 2007).
«Torino olimpica è stata per tutti un evento memorabile e scoprire negli atleti e nei loro supporter religiosi il sentimento del vero “spirito olimpico” in modo genuino e senza tanti “anabolizzanti” è diventata un’esperienza ricca e avventurosa» (V. Castagneto, Dichiarazione inedita, 2007).