Regia Massimo Spano
Soggetto Franco Marotta, Laura Toscano
Sceneggiatura Franco Marotta, Laura Toscano
Fotografia Bruno Cascio
Musica originale Fabio Enrico Cortese
Costumi Ezio Altieri
Interpreti Andrea Osvárt (Tania), Claudio Amendola (Pietro), Alessio Boni (Lorenzo), Loredana Cannata (Michela), Kaspar Capparoni (Mario Saracco), Simona Cavallari (Aurora), Bed Cerchiai (Mohamed), Sara D'Amario, Nicola Di Pinto, Giuseppe Lo Console, Stefano Molinari, Lidia Vitale
Casting Jenny Tamburi
Produzione Anna Giolitti per Rai Fiction, Federico e Francesco Scardamaglia per Compagnia Leone Cinematografica
Note Miniserie televisiva trasmessa da Rai Uno in due puntate di 90’ l’una domenica 16 e lunedì 17 gennaio 2005 in prime time (media d’ascolto: 8.153, share: 27,47% - 32,35%).
Realizzata con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
Sinossi
Lorenzo è il proprietario di una piccola gioielleria e ha una bella famiglia con la moglie Marta, in attesa della secondogenita, e il piccolo Luca. Pietro è un meccanico che sta cercando di ricostruire onestamente la sua vita, dopo aver scontato una condanna per una rapina di otto anni prima. Un giorno, mentre Lorenzo si trova fuori dal negozio, un malvivente assalta la gioielleria, perde la testa e uccide Marta e Luca. In un attimo la vita di Lorenzo è distrutta. Tutti gli indizi portano a Pietro che, anche se innocente, si crede in trappola e decide di fuggire. Lorenzo ha un unico scopo: trovare l'assassino e ucciderlo.
Dichiarazioni
«È il classico thriller con l’uomo che vuol farsi giustizia da solo, ma è anche una storia sulle anime perse, sugli errori che le persone fanno, sui fatti imprevisti che ti cambiano di colpo la vita. Come nel nostro film una tragedia fa partire un percorso deviante, l’inseguimento di un uomo, che poi si trasforma nella scoperta dell’essenza particolare, segreta, di se stessi» (M. Spano, “Sorrisi e Canzoni TV” n. 28, 2004).
«Lorenzo non è un giustiziere, non sa niente della malavita, comincia a muoversi indovinando le mosse dell’altro, seguendo un istinto che non sapeva di avere […] va avanti in un percorso che finisce per legarlo sempre di più all’uomo che sta braccando in un viaggio che finirà per avvicinarli, bilanciarli anche in un certo senso, facendo intravedere all’uno etica e ideali, all’altro il lato oscuro dell’animo umano. È come in Shakespeare, si parte dalla fogna che c’è in fondo all’animo umano pwer arrivare allo spirito, al sublime» (A. Boni, “Sorrisi e Canzoni TV” n. 28, 2004).
«La miniserie si ispira ai temi del thriller classico (un innocente in fuga, un nemico mortale alle calcagna, doppie e triple verità…), dal quale mutua anche la cifra visiva, cupa e claustrofobica. Lo scontro tra i due protagonisti, prima nemici poi sempre più simili nelle loro ossessioni, non viene tematizzato in maniera del tutto convincente: più che veri motori della storia, i due sembrano pedine manovrate dai veri “cattivi”, che però non assurgono mai al ruolo di autentici antagonisti» (M. Buonanno, Le radici e le foglie. La fiction italiana, l’Italia nella fiction, anno diciassettesimo, Rai Eri, Roma 2006).
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