Regia Eros Puglielli
Sceneggiatura Mimmo Rafele, Nicola Ravera Rafele
Fotografia Blasco Giurato
Musica originale Andrea Guerra
Montaggio Mauro Bonanni
Effetti speciali Danilo Bollettini, Silvano Scasseddu
Scenografia Giovanni Natalucci
Costumi Catia Dottori
Trucco Daniela Liuzzi
Interpreti Massimo Poggio (Paolo Donati), Antonia Liskova (Ester Musso), Andrea Bosca (Matteo Rossi), José Maria Blanco (Gabriele Santandrea), Vanni Corbellini (Pierre Santandrea), Valeria Cavalli (Elisabetta Santandrea), Alberto Molinari (Massimo), Selvaggia Quattrini (Mariella Santandrea), Simone Gandolfo (Giacomo Santandrea), Marco Cocci (Felice Minnisi), Maria Monti (Vittoria Lanzi), Urbano Barberini (Gildo Lanzi), Caterina Vertova (Grazia Musso), Gualtiero Burzi (ispettore Spagnolo), Barbara De Nuntis (Lucilla), Sasa Vulicevic (Fontana)
Casting Loredana Scaramella
Direttore di produzione Domenico La Spada, Giacomo Centola
Produzione Aureliano Lalli-Persiani, Susanna Bolchi, Luca Barbareschi per Casanova Entertainment, Daniela Valentini per Rai Fiction
Note Collaborazione alla sceneggiatura: Riccardo Donna; assistente operatore: Alias Gallione; orchestrazione: Antongiulio Frulio; montaggio dei dialoghi: Alessandro Doni; segretario di produzione: Lorenzo Cuccarini; coordinatrice di produzione: Camilla Sergenti Castellani; organizzatore generale: Claudio Gaeta.
Miniserie tv in quattro puntate di 100' l'una realizzata per Rai2 con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e con la collaborazione dell'Atl Langhe e Roero.
Locations: Torino (Museo Egizio, piazza Carignano, Hotel Nazionale, via Roma, via Bogino, piazza Carlo Alberto, Accademia delle Scienze, Ospedale Molinette), Bairo Canavese (TO), Castello di Guarene, Santa Vittoria d'Alba, Pocapaglia, Montaldo Roero, Castino (CN), Santa Margherita Ligure (GE).
Sinossi
Un serial killer uccide diversi componenti di una ricca famiglia torinese, i Santandrea, proprietari di un gruppo bancario, e lascia sul luogo dei delitti dei messaggi tratti dalle Centurie di Nostradamus, firmandosi con il simbolo dello zodiaco. La figlia illegittima del capo famiglia, Ester - con l'aiuto di uno scettico commissario - dipana il mistero, districandosi in una fitta rete di intrighi che si celano dietro alla potente e rispettabile famiglia.
«I Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn, le Fontane luminose di Jan Vercruysse, il Planetario di Carmelo Giammello. Le Luci d'Artista, simbolo della Torino cinematografica dai tempi - ormai lontani - di Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, tornano protagoniste nel film per la tv Zodiaco [...]. La città magica ed esoterica, con i suoi giochi di luce visibili e i misteri e le atmosfere invisibili, ancora una volta scenario di un thriller, remake del giallo parapsicologico francese Zodiaque, curato da Mimmo Rafele che ne ha riscritto la sceneggiatura adattando ritmo e personaggi al gusto italiano» (C. Caroli, “la Repubblica”, 30.1.2008).
«Quant'è bella la Torino che si vede in queste quattro puntate di Zodiaco, e quant'è bello il Piemonte con i suoi boschi, le sue ville, i paesi, i fiumi che punteggiano l'intera narrazione. Eros Puglielli, regista di alcuni horror molto orrorifici, per questa serie televisiva parapsicologica e altro ha infatti adottato un montaggio singolare: ogni scena viene intervallata dalla seguente con una inquadratura di esterni, il particolare di un palazzo, un panorama, la ripresa dall'alto della città di notte, per uscire dal clima angoscioso di una narrazione oppressa dalle morti violente che si susseguono e chiusa negli abissi dell'animo che vanno scandagliati. [...] Zodiaco [...] è la cupa vicenda di un assassino seriale che uccide i membri di una importante famiglia di banchieri secondo un rituale astrologico legato alle profezie di Nostradamus. L'originale francese si svolgeva tra Marsiglia e Aix en Provence dove Nostradamus è sepolto, questa italiana, prodotta dalla Casanova con la Film Commission Torino Piemonte, non poteva che avere come sfondo Torino, città magica per eccellenza, dove Nostradamus prese dimora per qualche tempo ospite di una nobildonna» (S. Robiony, “La Stampa”, 27.1.2008).
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