Sempre più prigioniero della sua melomania e della prepotenza delle case discografiche, sempre più eccitato dal successo del suo primo film, ritorna Rigoletto Killer. Fra ironia e angoscia, lugubri risate e ferri da calza assassini, deliri escrementali e pulsioni espressionistiche, un giovane dei nostri giorni cerca disperatamente il...
«Frugando nelle prime edizioni del Festival Internazionale Cinema Giovani si notano tantissime curiosità torinesi, soprattutto tra i video che affollavano la sezione Spazio Aperto che è stata una delle colonne portanti del festival per formare una vera e propria generazione di filmmakers. Nell'edizione del 1987, che si svolse tra il 15 e il 23 ottobre di quell'anno, si segnala ad esempio Il gabinetto del dottor Rigoletto, opera del regista Max Chicco che all'epoca non aveva ancora compiuto vent'anni e che da allora ha realizzato un lungometraggio e molti lavori per la Rai. Come si capisce dal titolo, si tratta di un horror comico a bassissimo costo, sulla scia del successo che in quegli anni avevano avuto gli horror ironici di John Landis, Joe Dante e altri registi. La curiosità sta negli interpreti. Uno dei ruoli principali è infatti affidato a Gigi Livio, nome che dice molto nella cultura torinese. Livio è stato a lungo docente di storia del teatro, poi ha insegnato sempre all'università la teoria dell'attore cinematografico, ha al suo attivo molte pubblicazioni, è stato una delle colonne dell'Unione Culturale di via Cesare Battisti. Evidentemente la sua carriera accademica e la serietà con la quale ha affrontato la stessa non gli hanno impedito di mostrare ironia ed divertimento nell'interpretare un piccolo video indipendente, che all'epoca aveva riscosso un certo successo presso il pubblico del Festival» (S. Della Casa, “La Stampa-TorinoSette”, 25.3.2011).