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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Il mondo chiuso
Italia, 1987, U-Matic, 30', Colore


Regia
Bruno Bigoni

Sceneggiatura
Bruno Bigoni

Fotografia
Luca Bigazzi

Suono
Bruno Bigoni

Montaggio
Massimo Fiocchi



Produzione
Electric Film, Bilico Film

Distribuzione
Indigena



Sinossi
Mondo chiuso è un insieme di videotestimonianze sull’istituzione carceraria, raccolte tra alcuni detenuti dell’”area omogenea” del Carcere delle Nuove di Torino nel Luglio 1987. Voci carcerate che dialogano alla ricerca, soprattutto, di possibili ascoltatori. Non un video sul carcere, ma semplici frammenti su una realtà difficilmente immaginabile.




Dichiarazioni
«Più che a una storia unica, penso a un collage fatto di vari frammenti. Frammenti di memoria e di immagini che si accavallano nella mente e si coagulano in alcuni luoghi del carcere ove vi stazio­nano, talvolta indelebilmente talvolta per brevi attimi. Muri, squar­ci sull'esterno, ma soprattutto piccoli particolari che si ingrandisco­no e subiscono metamorfosi sotto l'occhio della telecamera. Non tanto grazie al narrato, che sarebbe un'ulteriore perdita di sponta­neità perché filtrato dalla razionalità, ma grazie al semplice occhio che, per quanto già filtro derivato dalla consuetudine, consente una trasposizione più diretta fra emozioni ed immagine”. Questo brano sintetizza bene le intenzioni che stanno dietro a Il mondo chiuso. È tratto da una lettera dei sette detenuti politici che hanno preso parte alla realizzazione di questo video e che si sono prestati a rispondere, aprirsi, confessarsi. Il carcere è tutt'oggi il luogo più spaventoso che essere umano possa conoscere, eppure continua ad esistere e ad essere usato. Ho cercato di gettare un occhio su quelle persone che ci vivono ormai da anni, facendoli parlare, cercando di trasmettere almeno una par­te di quello che essi provano, pensano, sentono, vivendo giorno dopo giorno dietro le sbarre. Ho cercato anche di non fare un intervento strettamente carcerario, soffocato da luoghi comuni e dalle banalità di questa realtà. Ho tentato una strada che cercasse di superare i limiti e i pregiudizi. Ho mirato così alle emozioni, ai ricordi, a quel patrimonio umano che dentro un carcere sembra doversi inevitabilmente dissolvere. Ho trovato un mondo chiuso, ma non morto. Il senso stesso di questa esperienza vuole rivendicare che la vita non deve fermarsi, neanche dietro le sbarre» (B. Bigoni, “Il Nuovo Spettatore” n. 11, 1988).




Scheda a cura di
Franco Prono

Persone / Istituzioni
Bruno Bigoni
Luca Bigazzi


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