Regia Mimmo Calopresti, Claudio Paletto
Soggetto Federico Alfieri, Pé Calopresti, Mimmo Calopresti, Paolo Carnaglia, Francesco D’Ursi, Peter Freeman, Gianfranco Mattacchini, Claudio Paletto, Robertino Rosso, Sergio Segio, Paolo Zambianchi
Sceneggiatura Mimmo Calopresti, Claudio Paletto
Fotografia Pé Calopresti
Operatore Elena Filippini
Musiche di repertorio J. Cale, Dumont
Suono Claudio Boggio
Montaggio Giorgio Visciglia
Interpreti Carla Chiarelli
Produzione Westfront Video
Distribuzione Indigena
Note Video ideato e realizzato da: Federico Alfieri, Beppe Calopresti, Mimmo Calopresti, Paolo Cornaglia, Francesco D'Ursi, Peter Freeman, Gianfranco Mattacchini, Claudio Paletto, Roberto Rosso, Sergio Segio, Paolo Zambianchi; con la partecipazione di Carla Chirelli; canzoni Close Watch di J.J. Cole e Rien de rien di Dumont eseguite da: Lalli, Stefano Giaccone, Toni Ciavarra, Claudio Villiot; organizzazione: Peter Freeman.
Il cortometraggio è stato realizzato con il contributo del Presidente della Giunta della Regione Piemonte e dell'Assessorato alla Gioventù del Comune di Torino.
Le riprese sono state effettuate in meno di 25 ore all'interno del Quinto Braccio delle Carceri Nuove di Torino, come effetto di un video-seminario che ha avuto luogo nello stesso luogo. Il montaggio è avvenuto presso gli studi Rosebud in una settimana durante la quale i detenuti hanno goduto di un permesso di lavoro esterno.
Sinossi
Varie microstorie si intrecciano all’interno del microcosmo carcerario: monologhi, sogni, desideri si rincorrono all'interno del carcere, abituale spazio di vita dei protagonisti. Un confronto costante tra l'interno e l'esterno, nel difficile tentativo di fotografare una situazione così assurda da non poter essere rappresentata nella sua cruda realtà.
Dichiarazioni
«Questo progetto nasceva sulla scommessa di poterlo realizzare. Il fatto che questo si sia verificato è di per sé estremamente positivo, a parte questo il collettivo che lo ha ideato ritiene il risultato molto buono come pure estremamente replica rolex interessate sono state la critica e il pubblico. Il rapporto con i detenuti è stato nel corso dei mesi di preparazione improntato a stima, fiducia, sensibilità. Senza nessuna retorica possiamo dire che durante le riprese abbiamo sentito la piena solidarietà non solo degli interessati, ma di tutti i reclusi del Quinto Braccio […] le istituzioni, a partire dal Ministero di Grazia e Giustizia fino al Direttore del carcere si sono dimostrati molto disponibili alla realizzazione del lavoro. Ovviamente questo non ha potuto che ridurre la soglia di difficoltà oggettive che abbiamo incontrato durante le riprese all'interno della struttura carceraria per la realizzazione di un progetto mai tentato in precedenza» (C. Paletto, “Il Nuovo Spettatore” n. 11, 1998).
Scheda a cura di Franco Prono
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