Regia Alessandro Cocito, Luca Pastore
Fotografia Alessandro Cocito, Luca Pastore
Musica originale Andrea Costa, Mauro Tavella
Montaggio Massimo Moretto, Sergio Gastaldi
Produzione Legovideo
Note Sottotitolo: 10 film su città e luoghi italiani per il palinsesto di Raitre.
10 “intervalli” televisivi di 6 minuti l’uno – realizzati per RaiTre - girati tra il 1989 e il 1972 a Torino, Genova, Venezia, Trieste, Hinterland di Milano, Rimini, Pozzuoli, Orgosolo, Palermo, Belice.
Sinossi
Immagini fisse in bianco e nero, con qualche particoare colorato. Appaiono alcune località italiane: squallide periferie urbane, paesi degradati, paesaggi squallidi in bianco e nero…
Dichiarazioni
«Nell’immaginario collettivo l’Intervallo è un termine che viene immediatamente associato alla televisione. In effetti, l’Intervallo non ha alcuna ragione di esistere se non come pausa, come “buco”, come assenza di programma. La proposta di reinterpretazione dell’Intervallo è nata con l’intento di dare un senso a questa pausa, di utilizzarla cioè proprio grazie all’anonimato in cui è rimasta per anni e anni, mentre la televisione cambiava e si trasformava. [...] La prima serie dei nuovi Intervalli presenta dieci luoghi italiani attraverso immagini che cercano di rappresentare “l’anima” dei luoghi, non solo il loro aspetto evidente. Nei dieci filmati vengono sintetizzati un linguaggio estetico “alto” e raffinato con contenuti comprensibili ad un pubblico vasto, prefigurandosi come uno spazio assolutamente non elitario. Questa capacità di comunicazione deriva dalla scelta di operare sulla realtà, intesa come serbatoio inesauribile di immagini forti o soltanto curiose, mai fini a se stesse, sulle quali lo spettatore è chiamato comunque ad una partecipazione» (A. Cocito, L. Pastore, in Città di Torino Assessorato alla Gioventù, Cinema e video a Torino 1992, E.D.T., Torino, 1992).
«È un po’ strano, lo ammetto, ma se devo essere sincero è davvero la cosa che mi è piaciuta di più ultimamente: l’intervallo di RaiTre. In pratica, quelli di RaiTre hanno sostituto le vecchie immagini di monumenti italiani con altrettante immagini in bianco e nero in movimento di un’Italia meno convenzionale e meno da cartolina. Per esempio: Palermo, il sindaco. Ed ecco che si vede l’arrivo del sindaco davanti al palazzo del Comune, con la scorta, l’auto blindata, eccetera. Oppure: Rimini e la sua spiaggia vuota in ottobre, un po’ malinconica e fanée con i rimasugli del passaggio dei turisti. E ancora Venezia: non più piazza San Marco, ma un canale interno pieno di spazzatura. Insomma, una visione più tormentata, a anche più realistica di questo paese» (G. Salvatores, in Città di Torino Assessorato alla Gioventù, Cinema e video a Torino 1992, E.D.T., Torino, 1992).
«Ai vecchi tempi, un proiettore di diapositive mandava a getto continuo, ogni volta che si verificava un buco di programmazione, le immagini di paesi e città che le Pro Loco facevano pervenire a un indirizzo della RAI. Pastore e Cocito ripensano a quegli intervalli e propongono un prodotto completamente diverso. Non può più servire da tappabuchi, perché ogni pezzo ha un inizio e una fine. Non è pensato per un ascolto distratto: è basato sull’immagine ferma e sul bianco e nero, ma all’interno di ogni inquadratura c’è qualcosa che si muove e c’è un dettaglio che è previsto a colori. Non si tratta più di cartoline che propagandano le bellezze di un posto, ma si fanno vedere periferie scarne, palazzi fatiscenti, sindaci che devono girare con la scorta» (S. Della Casa, www.unito.it/rss/permalink).
Scheda a cura di Franco Prono
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