«Le prime sequenze del film mostrano giochi di luce che immediatamente ci riportano indietro nel tempo di almeno novant’anni, ai ruggenti Anni ’20, al tempo del cinema d’avanguardia costruito intorno a sperimentazioni tecniche e al libero sfogo della fantasia dell’artista. Un’introduzione avvolgente e sognante, ben costruita, accompagnata bene dalle dolci note di un pianoforte. Claustrofobico è invece il termine che più si presta per definire la lunga seconda parte del film, interamente girato in ambiente chiuso e totalmente buio. Qui si rischia di perdere le coordinate spazio-temporali e tutto il discorso risulta un po’ ovattato e chiuso in se stesso; una scelta forse un po’ azzardata e che può provocare un senso di noia dovuto probabilmente alla scarsità di dialoghi. Ma proprio questa mancanza di dialoghi articolati si trasforma in ricchezza. I personaggi sembrano parlare spontaneamente. Attraverso le loro battute, i loro scherzi, le loro passioni, ci rendono partecipi del gioco della vita e ci fanno sorridere, dall’altra ci chiedono di interrogare la nostra memoria, dalla quale frammenti di emozioni riprendono a vivere. Le emozioni fuoriescono dall’innocenza, dal buio. Il buio rende liberi, spegne la timidezza e accende le passioni, passioni che si consumano istantaneamente, passioni fugaci, passioni di giovani che non si spaventano e che esprimono il loro amore, seppur frivolo, sotto forma di baci e carezze. I ragazzi sembrano più naturali durante le effusioni (ben sottolineate dal regista), entusiasti e gioiosi, ma a disturbarli vi è la presenza... di un cadavere. […] Rimane da dire che l’impegno del regista è stato notevole se si considera che si tratta del suo primo corto autoprodotto» (A. Vertone,
www.obelix.cisi.unito.it/turindamsreview).
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Veglie di Marco Morana, è una sorta di parodia dei teen-movie americani, liberamente ispirato all’omonimo poema di Rainer Maria Rilke. Al centro del racconto, un gruppo di ragazzi che passano la notte nella casa in campagna di uno di loro, ritrovandosi a vivere una situazione che non avevano immaginato» (
www.marsalafilmfestival.it).