Regia Aldo Scavarda
Soggetto Jacques Remy
Sceneggiatura Jacques Remy, Aldo Scavarda, Massimo Dallamano
Fotografia Arturo Zavattini
Operatore Giuseppe Maccari, Enrico Cortese, Enzo Tosi
Musica originale Giancarlo Chiaramello
Suono Luciano Fiorentini
Montaggio Franca Silvi
Effetti speciali Eros Baciucchi
Scenografia Franco Velchi Pellecchia, Andrea Frisanti
Arredamento Mario Sertoli
Costumi Andrea Zani
Trucco Sergio Angeloni
Aiuto regia Franco Cirino
Interpreti Riccardo Cucciolla (dottor Roder), Orazio Orlando (Amedeo), Lea Massari (Amanda Treves), Vasco De Cet (Giacomino), Philippe Leroy (padre di Giacomino), John Hurt (Chandler, aviatore della Raf), Angela Goodwin (Margherita Torretti), Jack Basehart (Owen, aviatore della Raf), Armando Branca (Giancarlo Rossetti), Isarco Ravaioli (SS tedesco), Sergio Gibello (brigadiere dei Carabinieri a Susa), Attilio Duse (infermiere), Gisella Burinato (signora Leuwen), Feodor Chaliapin (nonno di Giacomino), Giacomo Furia (medico)
Direttore di produzione Mara Blasetti
Ispettore di produzione Dino Di Dionisio, Claudio Cuomo
Produzione Istituto Luce
Distribuzione I.N.C.
Note Registro cinematografico n. 6.105.
Colore: Eastmancolor; assistente operatore: Giuseppe Bonario; canzoni: Tre ponti di Tito Schipa Jr. cantata da Ornella Vanoni, C’è una casetta piccina (Sposi) di Prato e Valabrega cantata da Alberto Rabagliati; montaggio del suono: Maria Luisa Rosen; assistente al montaggio: Roberto Silvi; assistente all’arredamento: Fabrizio Caracciolo; sarte: Angela Viglino, Giacoma Manes; parrucchiere: Paolo Franceschi; altri interpreti: Nestor Garay (don Luigi), Ezio Sancrotti (Amilcare Torretti), Franca Maresa (zia Ester), Nicoletta Elmi (Graziella Torretti), Jean-Pierre Clardin (maggiore tedesco), Manfred Freyberger (sergente SS), Eva Vaniceck (Cristina), Franca Scagnetti (Amalia, madre di Amedeo), Fausto Di Bella (comandante partigiano), Fiorella Masselli (signora Rossetti), Gustavo De Nardo (droghiere), Paolo Pacino (tedesco al caffè), Géneviève Hersent (padrona del Caffè dei Platani), Giuseppe Janigro (giocatore sul treno), Consalvo Dell’Arti (amico di casa Rossetti), Bruno Bertocci (brigadiere di Pubblica Sicurezza), Karl Haas (generale tedesco), Leontina Levi Segre (nonna Treves), Mike Morris (tedesco in borghese al caffè), Selan Montenegro (soldato SS), Diego Michelotti (contadino coi maiali), Nelly Natale Nahmiach (Elsa Druoc), Spartaco Rumor (vecchio), Luigi Petra (appuntato dei Carabinieri a Susa), Wilma Piergentili (donna dell’Isola Tiberina), Domenico Palladini (padre di Elsa Druoc), Winni Riva (contadina coi maiali), Enzo Siniscalchi (mutilato in casa Druoc), Giorgio trestini (Max), Claudia Vegliante (bambina), Giulio Tomassini (ingegner Venturi), Raimondo Toscano (falegname), Santo Simone, Felice Salemi; direttore del doppiaggio: Riccardo Cucciolla; segretari di produzione: Rosaria Di Bortolo, Maurizio Giorgi; amministratori: Maria Rosaria Bologna, Pietro Speziali.
Locations: Roma, Torino, Susa, Bardonecchia, Val di Susa.
Sinossi
Roma, 16 ottobre 1943. I tedeschi deportano i parenti e gli amici del piccolo Giacomo Treves che fortunosamente sfugge alla cattura. Il bambino viene affidato da un sacerdote, don Luigi, al borsaro nero Amedeo, poi inizia un avventuroso viaggio verso Londra ove il padre è speaker presso la BBC per le trasmissioni in italiano di "Radio Londra". Raggiunta la Francia con l'aiuto dei partigiani di Susa, Giacomino si unisce a due aviatori inglesi e al dottor Roder, che viene preso dalle SS dopo essersi prestato come chirurgo per soccorrere i feriti dopo un bombardamento di una stazione ferroviaria. Con tenacia, il ragazzino entra nella "linea del fiume" - nome convenzionale dell'organizzazione per l'espatrio clandestino - e viene raccolto dagli Alleati sbarcati in Normandia. A Londra finalmente trova il padre.
«Scavarda ha badato a non incupire eccessivamente i toni di una “educazione alla vita” sicuramente non troppo distaccata da lontane matrici deamicisiane e tuttavia stimabile per l’onesta descrizione di un feroce periodo storico e per la cura con cui è stata caratterizzata una fitta schiera di personaggi assai diversi nella psicologia e nei comportamenti» (C. Bertieri, Filmlexicon degli autori e delle opere).
«La linea del fiume è un film semisconosciuto girato in Piemonte nel 1975 da un grande
direttore della fotografia, il torinese Aldo Scavarda. Tra i titoli da lui firmati c'è L' avventura di Antonioni, A cavallo della tigre di Comencini e Prima della rivoluzione di Bertolucci, oltre a molti altri; e va detto che il suo rapporto con Antonioni inizia proprio al debutto del regista, con quel Cronaca di un amore girato a Torino nel 1950 per il quale Scavarda è operatore alla macchina. All'epoca Scavarda era stato l'assistente di Carlo Borghesio, il regista dei fortunati film di Macario. Dopo aver prodotto nel 1971 l'interessante Una stagione all'inferno di Nelo Risi, Scavarda cerca di esordire come regista con un film melodrammatico per l'appunto La linea del fiume, interpretato da Riccardo Cucciolla, Philippe Leroy e Lea Massari nonché da Giacomo Furia, qui impegnato forse per la prima volta in un ruolo drammatico. È la storia di un ragazzo che in tempo di guerra, avendo avuto deportati i parenti, cerca assistito da un prete di andare in Francia per cercare il padre che è uno speaker di Radio Londra. La sua avventura si dipana tra mille locations diverse per tutta la durata del film. La direttrice di produzione era Mara Blasetti, figlia del grande Alessandro, e fu lei a individuare i posti dove il film andava girato: “Mi ricordavo molto bene un capolavoro di Pietro Germi, Il cammino della speranza, e volli gli stessi posti: quindi Torino, Susa, Bardonecchia e le montagne che stanno lì sopra» (S. Della Casa, “La Stampa-TorinoSette”, 14.12.2010).
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