«L’ospite inquietante nasce con l’intenzione di raccogliere i frutti dell’esperienza di un Laboratorio video con i ragazzi del liceo Vincenzo Gioberti, iniziata nel 2006, in particolare dal punto di vista della lettura della quotidianità adolescenziale e dei consumi culturali. Lo spunto saggistico dell’opera di Galimberti non va nella direzione di un riscontro dell’elemento nichilista nella vita degli studenti, diventa piuttosto l’occasione per parlare della tecnologia come presenza abituale eppure fonte di apprensione, come catalizzatore di esperienze che condizionano i rapporti con se stessi e il mondo circostante, angosciante per la propria finta “trasparenza e immediatezza”. La descrizione cinematografica di una festa fra giovani testimonia come la strisciante alienazione in atto dovuta ad un ricorso ormai fisiologico alla macchina, al computer, possa essere combattuta grazie allo scambio umano, all’incontro, al ritrovo. Al tempo stesso, un secondo livello di lettura porta a vedere una metafora problematica nel banchetto che viene consumato nel corso del video: sarà forse la rappresentazione di un pasto simbolico, preparato di proposito per riempire la pancia alle nuove generazioni con gli insidiosi contenitori di cibi che rispondono al nome di Youtube, Facebook, Myspace, Messenger...?» (G. de Miranda, Dichiarazione inedita).