Metri 2.750. Registro Cinematografico n. 2.189. Incasso: 337.700.000 lire.
Supervisione alla regia: Victor Touriansky; edizione e adattamento dialoghi: Annalena Limentani; film girato in Totalscope-Eastmancolor; assistente al montaggio: Daniele Alabiso.
Secondo alcune fonti il soggetto sarebbe di Salka Viertel e V. Touriansky, i dialoghi di André Tabet (probabilmente autori della versione francese).
«Il titolo ci ricorda un omonimo film muto di De Mille, ma il soggetto di questo film non ha alcuna parentela con quel lontano lavoro americano [...] [semmai ricorda molto da vicino un altro film con lo stesso titolo, diretto da Wladimir Dimitri Strichewsky nel 1936, n.d.r. ]. Tutto sommato è una pellicola di scarso interesse anche dal solo punto di vista spettacolare» (U. Tani, “Intermezzo” n. 6, 31.3.1959).
«[...] il film è citato tra quelli che hanno avuto una parte della loro lavorazione all' interno degli stabilimenti Fert di corso Lombardia a Torino. Probabilmente si trattava di mezzi tecnici, o forse di qualche scena realizzata in studio» (S. Della Casa, “La Stampa – TorinoSette”, 13.6.2008).
«Non si sa molto di un film avventuroso del 1958, I battellieri del Volga: il film ebbe un discreto successo commerciale (339 milioni di lire), ma fu ben presto dimenticato proprio come avvenne per un titolo omonimo realizzato da Cedil B. deMille all'epoca del cinema muto. Il regista era Arnaldo Genoino (giornalista e pittore romano, autore di molti documentari e anche aiuto regista di Marcel Carné), tra gli sceneggiatori c'era Damiano Damiani (futuro autore di film di impegno civile quali Il giorno della civetta e L'istruttoria è chiusa dimentichi), gli interpreti erano John Derek (all'epoca marito di Ursula Andress, poi di Bo Derek), Dawn Addams (regina delle cronache per il suo matrimonio con un nobile romano), il francese Charles Vanel. Una storia di avventure nella Russia zarista, tra bei costumi, balli e colpi di scena contenuti in questa coproduzione italo-francese […] in una pubblicazione dell'associazione Fert (Verso il viale del tramonto, a cura di Alberto Friedemann) il film è citato tra quelli che hanno avuto una parte della loro lavorazione all'interno degli stabilimenti Fert di corso Lombardia a Torino. Probabilmente si trattava di mezzi tecnici, o forse di qualche scena realizzata in studio. Sarebbe bello saperne un po' di più, anche perché il film è stato realizzato un anno dopo la chiusura dell'attività produttiva negli storici stabilimenti, che però saranno ancora utilizzati per almeno quindici anni a seconda delle occorrenze» (S. Della Casa, “La Stampa-TorinoSette”, 19.11.2010).