Animazioni: Roberto Lolli.
Premi: Nano Film Festival di Spoleto 2008, Sezione documentari.
Il documentario ci offre un viaggio nel tormentato mondo dei lavoratori operanti nei call center piemontesi. Sono i lavoratori stessi a prendere la parola: attraverso i loro racconti e le loro valutazioni vengono evocate con molta chiarezza le condizioni contrattuali e di lavoro che in tale universo si possono riscontrare, i modi di vita e le attese di chi di call center vive. Nel film compaiono e si definiscono le varie tipologie di lavoratori della telefonia di oggi: dall'operatore inbound a tempo indeterminato, al giovane telefonista con contratto a progetto di un giorno, passando per lo stagista che lavora otto ore al giorno guadagnando sessantasei euro al mese. Gli atteggiamenti dei protagonisti variano dall'ironia un po' amara di chi non vede immediate alternative all'esistente, alla denuncia di contraddizioni e disfunzioni, fino all'impegno di chi cerca di organizzare cambiamenti. La sindacalizzazione è bassa, ma non mancano casi di miglioramenti contrattuali conquistati con vertenze sindacali spesso difficili. Ne emerge il ritratto di un'Italia troppo spesso invisibile, spesso evocata e poco raccontata, soprattutto poco raccontata dai protagonisti.
«Con Storie di call center ho cercato di far emergere un quadro complesso di un'Italia invisibile, troppo spesso evocata e troppo poco raccontata direttamente senza pregiudizi di nessun tipo»
(E. Omodeo Salè, Dichiarazione inedita).