«Roberto Miali “castiga” molti costumi della nostra società, ci fa sorridere e sorride lui stesso. Sorride bonariamente di fronte alla mania di protagonismo del sig. Giacomo, il protagonista della vicenda, che sul terrazzo di casa finge una corsa ciclistica da grande campione, e intanto sbircia l’avvenente cameriera della finestra di fronte; sorride sarcasticamente di fronte all’inettitudine delle forze dell’ordine; più amaramente sorride per l’atteggiamento baronale del prof. Primus e per la mala-sanità; torna a sorridere complice per la tresca amorosa del dr. Saccentini e la dr.ssa Sguardocaldo; e così via fino al sorriso sornione per la sorpresa finale. E noi sorridiamo con lui. Sorridiamo perché Pepe nel latte è una farsa, ma una farsa moderna, raffinata, sottile, misurata, aliena dagli eccessi, tutta giocata, com’è, sulla psicologia di personaggi che si muovono su una scena sociale alienante. Non si può ridere del dramma della società moderna, delle sue contraddizioni, delle sue manie, sarebbe sciocco, ma può sorridere il lettore, e certo sorriderà lo spettatore che avrà la fortuna di assistere alla proiezione del film che sarà tratto da questo testo: a loro l’autore ha dedicato questa farsa garbata, presentata con tanti spunti simpatici, e sarà il sorriso complice di chi ha compreso, e condivide» (R. Gambini, Prefazione a R. Miali, Pepe nel latte, Ibiskos Editrice, 2006).