«Il titolo significa “è morto, non parla più”. La frase è una tipica espressione piemontese che si rivolge ai bambini impauriti dalle persone defunte. Fui ispirato da una relazione con un’anatomo-patologa, che un giorno mi condusse con sé ad un’autopsia: il corto è un tentativo di raccontare in modo surreale un’esperienza drammatica come la morte» (P. Balla, Dichiarazione inedita).