Altri titoli: Red Vinyl
Regista Luca Pastore
Fotografia Luciano Federici, Ezio Gamba, Luca Pastore, Egi Ruggiero
Suono Gianluca Costamagna
Montaggio Claudio Cormio, Alberto Ruffino
Aiuto regia Cristina Sardo
Produttore esecutivo Alessandro Cocito
Scenografia Ezio Gamba, Luciano Federici
Produzione Fandango, Istituto Ernesto De Martino, Ala Bianca Group, Bella Ciao
Note Ricerche: Barbara Venere; materiali di repertorio: AAMOD (Archivio Audiovisivo, Movimento Operaio e Democratico), Silvano Agosti, Paolo Benvenuti, Gino e Silvio Brignolo, Istituto Ernesto de Martino, Legovideo; assistenti operatori: Gianluca Fava, Martino Persano; assistente al montaggio: Enrica Politano; mix audio: Ciro Nardone; testimonianze di: Ivan Della Mea, Giovanna Marini, Paolo Ciarchi, Gualtiero Bertelli, Fausto Amodei, Sandra Mantovani, Caterina Bueno, Rudy Assuntino, Paolo Pietrangeli, Angelo De Falco, Rosa Balistreri, Gruppo Operaio ‘E Zezi, Cicciu Busacca, Giovanna Daffini; organizzazione generale Fandango: Valeria Licurgo; coordinamento produzione Fandango: Anastasia Plazzotta; produttore per Fandango: Fabrizio Grosoli; coproduzione: TSI (Televisione Svizzera); collaborazione alla produzione: Legovideo, AMKA Films.
Premio Speciale al Music Doc Festival di Roma, 2005.
I dischi del sole è andato in onda su Planet (canale satellitare di Sky) il 30.11.2004 alle ore 21.
Sinossi
L’etichetta discografica I dischi del sole rappresenta una delle più importanti esperienze di ricerca, documentazione e diffusione di musica e cultura popolare italiane. I legami del gruppo di personaggi artefici di quel progetto con il contesto sociale, politico e storico degli anni tra il ’65 e il ’75 hanno impresso indelebilmente il marchio dell’etichetta nella cultura indipendente italiana, anche a dispetto di una legittimazione ufficiale di gran lunga inferiore ai reali meriti culturali che quell’esperienza ha ricoperto e tuttora ricopre.
Dichiarazioni
«I protagonisti del nostro film sono i dischi narrati attraverso videoclip che mettono in rapporto le immagini degli eventi raccontati nelle canzoni con l’oggi e le sue contraddizioni politiche e umane. Abbiamo scelto di privilegiare le canzoni rispetto ai personaggi, ciascuno dei quali meriterebbe un approfondimento al di là delle possibilità di durata di un documentario: il nostro è solo uno dei possibili percorsi attraverso quelle storie, un punto di vista sicuramente parziale ma, spero, interessante e affascinante» (L. Pastore, nel Catalogo del 22° Torino Film Festival, 2004).
«Avendo avuto la fortuna di avere dei genitori comunisti, durante la mia infanzia non era infrequente che un “isco del sole”girasse sulla fonovaligia casalinga: è per questo che molte di quelle canzoni mi sono rimaste attaccate, nel corso del tempo, come una seconda pelle» (L. Pastore, www.fandango.it).
«Raccontare un’esperienza così complessa, ramificata e stratificata attraverso un singolo documentario, era sicuramente un’impresa superiore alle forze di qualsiasi filmaker: troppi sono i punti di vista e di partenza, i percorsi possibili da sviluppare, i personaggi coinvolti, ciascuno dei quali meriterebbe un approfondimento al di là delle possibilità di durata di un documentario. Ho quindi optato per un documentario nel quale protagonisti assoluti sono proprio i dischi, nella loro dimensione fisica (il vinile che gira, le foto di copertina) di oggetti in grado di trasportarti nel momento esatto in cui li hai sentiti la prima volta e allo stesso tempo nella loro assoluta modernità, compiendo, per ovvie ragioni di durata del film, scelte registicamente dolorose nei confronti dei personaggi e della ricostruzione razionale e storica della vicenda. Ho cercato di riproporre le canzoni secondo una mia personale (e assolutamente parziale) playlist “llustrate”da pseudo-videoclip (anche se il termine, riferito a quelle voci e quei suoni, può sembrare un po’ blasfemo...), utilizzando materiali d’archivio che riportano in modo non troppo didascalico agli eventi raccontati dal testo o al clima sociale, politico, di costume nel quale il brano si muove; o ancora con immagini di repertorio che descrivono l’aspetto delle città e i paesaggi degli anni ’50 e ’60 in contrapposizione ad immagini dell’oggi, evocando la trasformazione dei luoghi, delle persone e della politica stessa: il contrasto visivo duro e struggente tra l'Italia povera, conflittuale e ricca di speranze delle grandi stagioni delle lotte contadine, operaie e studentesche e l'Italia di oggi, pressoché narcotizzata dal benessere e in cerca di identità perdute» (L. Pastore, www.musicameccanica.it).
«I dischi del sole di Luca Pastore fa dialogare il passato e il presente, attraverso le voci dei protagonisti e l’uso di videoclip, della più importante esperienza di ricerca, documentazione e diffusione di musica e cultura popolare italiane, la collana/etichetta discografica I Dischi del Sole» (C. Andruetto, “La Stampa-TorinoSette”, 12.11.2004).
«Storie, testimonianze, immagini d’archivio dei concerti e degli spettacoli in piazza, registrazioni di sala: il filo conduttore si dipana in funzione delle canzoni, mentre lo sfondo sono immagini d’epoca delle città, i volti della gente di quel tempo, in fabbrica o nelle manifestazioni sociali e politiche. Figure centrali, i “divi” del circuito alternativo all'epoca assai popolari come Ivan Della Mea, cantautore milanese autore dì O cara moglie e con la Marini di Saluteremo il signor padrone; naturalmente Giovanna Marini, fine studiosa dì musica, donna di inesausta energia e autrice dì cose bellissime, che un paio di anni fa grazie alla collaborazione con Francesco De Gregori è arrivata nelle classifiche con A fischio del vapore, attraverso il quale molti giovani hanno iniziato la riscoperta dì una tradizione. Un personaggio stravagante è Paolo Ciarchi, che suona non solo la chitarra ma anche strumenti autocostruiti come sedie, bandiere, percussioni di varia natura. Un'altra figura cara a De Gregori presente nel filmato è Caterina Bueno, ricercatrice, che registrava le antiche canzoni nella terra d'origine documentando la voce autentica dei depositari di quella cultura, cosi come faceva più a Nord Sandra Mantovani. Fra gli eroi dei Dischi del Sole che tornano grazie al documentario alla ribalta ci sono ancora il torinese Fausto Amodei, brassensiano della prima ora, autore di Per i morti di Reggio Emilia; il veneziano Gualtiero Bertelli che scrisse Nina ti te ricordi; Rudy Assuntine, già dylaniano e autore de La rossa provvidenza contro il conflitto del Vietnam. Certo, con Giovanna Marini, il più popolare resta Paolo Pietrangeli, da tempo immemorabile regista del Costanzo Show ma autentica icona per aver scritto canzoni-simbolo della stagione delle lotte studentesche: Contessa, Valle Giulia, Il vestito di Rossini e molte altre» (M. Venegoni, “La Stampa”, 14.11.2004).
Scheda a cura di Luisa Izzo
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