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Cortometraggi e Documentari |
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Lancia di Chivasso: una comunitĂ operaia non rassegnata
Italia, 1994, Video, 50', Colore
Altri titoli: Lancia Chivasso: Not a Submissive Workers’ Community
Regia Daniele Gaglianone
Fotografia Daniele Gaglianone, Fiorentino Cerruti
Produzione Lega Fiom Settimo CGIL, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
Distribuzione Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
Note Collaborazione alla regia: Corrado Borsa e Marco Sassano.
Sinossi
Il montaggio del materiale video girato dall’operaio Fiorentino Cerruti rievoca le lotte operaie contro la chiusura dello stabilimento Lancia di Chivasso, decretata dai vertici Fiat nel giugno-luglio 1992. Le immagini girate a caldo e le interviste utilizzate nel video fanno emergere non solo i dati salienti della vicenda sindacale nella sua complessità, ma anche elementi caratterizzanti l'identità culturale e politica di una peculiare comunità operaia.
Dichiarazioni
«Il materiale girato da Fiorentino Cerruti era simile, per certi versi, alla sgangheratezza dei filmini partigiani. L’operaio Cerruti non aveva nessuna nozione di tecniche di ripresa e usava la telecamera istintivamente. Ma il fatto che fosse lui l’operatore condizionava parecchio il rapporto che si instaurava con gli altri. Bisogna pensare che nel ’92 non capitava così sovente che ci fosse una telecamera in giro a intrufolarsi nelle riunioni e nelle assemblee» (D. Gaglianone, in D. Zonta, Daniele Gaglianone, Falsopiano, Alessandria, 2004).
Il film nasce in seguito alla visione dei video girati nel 1992 dall’operaio della Lancia Fiorentino Cerruti che, un po’ per sperimentare l’uso della telecamera, ed un po’ per testimoniare un momento particolare della vita in fabbrica, riprese «riunioni, assemblee, direttivi, manifestazioni e cortei di una breve, ma infuocata stagione di lotta sindacale, quella che si è opposta alla chiusura della Lancia di Chivasso nel 1992. Gaglianone, insieme ad alcuni storici del movimento operaio, a due anni di distanza dai fatti mette mano al materiale, lo aggiorna con nuove interviste e lo monta in un film straordinario, perché mostra una esemplare vicenda Fiat e perché utilizza dei filmati interni, quasi intimi, che danno al lavoro un valore aggiunto importante» (D. Zonta, Daniele Gaglianone, Falsopiano, Alessandria, 2004).
La logica stringente del lavoro di Cerruti risulta molto efficace, tanto da far «riaffiorare un rimosso collettivo che si erge come storia esemplare non solo della politica industriale della Fiat, ma anche dell’incapacità dei sindacati» (Ibidem). Il documentario racconta con immagini incerte, traballanti e trasudanti verità, immagini che, a causa di una censura preventiva, quasi nessuno ha potuto vedere.
Scheda a cura di Davide Larocca
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