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La solitudine dei numeri primi
Italia/Francia/Germania, 2009, 35mm, 118', Colore
Altri titoli: The Solitude of Prime Numbers
Regista Saverio Costanzo
Soggetto dal romanzo omonimo di Paolo Giordano
Sceneggiatura Saverio Costanzo, Paolo Giordano
Fotografia Fabio Cianchetti, Simone Martinetto
Musica originale Mike Patton
Musica di repertorio Ennio Morricone, Goblin, Kim Carnes (Bette Davis Eyes)
Suono Gabriele Moretti (fonico), Antonio Dolce (microfonista)
Montaggio Francesca Calvelli
Costumi Antonella Cannarozzi
Trucco Alessandro Bertolazzi (capo trucco), Marta Roggero (truccatrice), Paola Fracchia, Noemi Litrico, Serena Gioia (aiuto trucco), Francesca Buffarello (truccatrice a giornate)
Effetti speciali Fabio Traversari
Aiuto regia Monica Ricci
Casting Jorgelina De Petris (direttore casting), Sara Patti (casting preparazione), Gianfranco Cazzola e Stefano Prando (figurazioni speciali/A.O.S.M.), Francesco Palmero (assistente casting director)
Ispettore di produzione Andrea Tavani
Produttore esecutivo Olivia Sleiter
Scenografia Antonello Geleng, Marina Pinzuti Ansolini
Assistente alla regia Camilla Volpato
Segretario di edizione Lucilla Cristaldi
Interpreti Alba Rohrwacher (Alice), Luca Marinelli (Mattia), Martina Albano (Alice bambina), Arianna Nastro (Alice adolescente), Tommaso Neri (Mattia bambino), Vittorio Lo Martire (Mattia adolescente), Aurora Ruffino (Viola), Isabella Rossellini (Adele, madre di Mattia), Maurizio Donadoni (Umberto, papà di Alice), Roberto Sbaratto (Pietro, papà di Mattia), Giorgia Senesi (Elena, mamma di Alice), Giorgia Pizzo (Michela bambina), Chiara Nicola (Michela adulta), Martin El Ghazali (Denis adolescente), Felicite Mbezele (Soledad), Andrea Jublin (Fabio), Lucrezia Massari (Giada adolescente), Carol Massari (Giada adulta), Matteo Pelle (Giacomo adolescente), Emanuela Damasio (Federica adulta), Beatrice Casella (Federica adolescente), Irene Garonetti (Ginevra bambina), Giulia Balsamo (Ginevra adolescente), Lorenzo Possamai (Riccardo Pelotti), Barbara Braconi (madre di Riccardo Pelotti), Simone Colombati (marito di Viola), Filippo Timi (Clown casa Pelotti)
Produzione Offside Film (Roma)
Distribuzione Medusa Film
Note Assistente alla regia: Camilla Volpato; assistente al montaggio: Claudio Misantoni; assistente scenografo: Emanuela Zappacosta, Gretel Fatibene; storyboard: Cristiano Spadavecchia, Alessandro Serafini; producer cartone animato: Flaviano Pizzardi; location manager: Danilo Goglio, Francesco Beltrame; coordinatrice di produzione: Adelina Arcidiaco; aiuto segretario di produzione: Maurizio Lesto, Bruno Bonanno; segretario di produzione: Alfredo "Fred" Ferrentino; cassieri: Alessandro Luzi, Giuliana Claudione; video assist: Fabio Mastrizzi; elettricisti: Claudio Frollano (capo squadra), Vito Brunetti, Daniele Notarrigo, Adriano Necco;gruppista: Giulio Chillino; capo squadra macchinista: Cesare Emidi; macchinisti: Saverio Moggio, Antonio Petracca, Alessio Fugolo; aiuto macchinista: José Palermo; attrezzista di preparazione: Gianluca Rondinelli;aiuto attrezzista di preparazione: Emanuele Rocco di Dio; attrezzista di scena: Paolo Nanni;attrezzista: Carlo Bava; parrucchieri: Massimo Gattabrusi, Stefania Brino; service e noleggio attrezzature: Antichità Montalbano; organizzatore generale: Fulvio Rossi; ispettore di produzione: Andrea Tavani; produttori: Mario Gianani, Philipp Kreuzer, Anne-Dominique Toussaint; coproduzione: Bavaria Pictures, Les Film des Tournelles, Le Pacte.
Uscito nei cinema in Italia il 10 settembre 2010. Proiettato in 371 sale ha registrato un incasso record di 900 mila euro nei primi tre giorni di programmazione.
Presentato in concorso alla 67° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2010, Premio Pasinetti ad Alba Rohrwacher e nomination Leone d'oro a Saverio Costanzo.
Nomination Miglior regista a Saverio Costanzo, nomination Migliore attrice protagonista ad Alba Rohrwacher, nomination Migliore fotografia a Fabio Cianchetti, Premio David di Donatello nel 2011.
Migliore attrice protagonista ad Alba Rohrwacher, nomination Regista del miglior film a Saverio Costanzo, nomination Miglior fotografia a Fabio Cianchetti, nomination Miglior scenografia ad Antonello Geleng e Marina Pinzuti Ansolini, nomination Miglior montaggio a Francesca Calvelli, Nastri d'Argento nel 2011.
Miglior fotografia a Fabio Cianchetti, nomination Miglior regista a Saverio Costanzo, nomination Miglior attrice ad Alba Rohrwacher, nomination Miglior sceneggiatura a Saverio Costanzo, premio Globi d'oro, nel 2011.
Migliore attrice protagonista ad Alba Rohrwacher, premio Ciak d'oro, nel 2011.
Locations: Torino (via Bertola, corso Vinzaglio, corso Matteotti, Villaggio Olimpico, corso Giambone, via Zino Zini, via Giordano Bruno, corso Mortara, corso Unità d’Italia, corso Traiano), Sestriere (rifugio Tana della Volpe,Grand Hotel Sestriere).
Film realizzato con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte e la collaborazione di Medusa Film.
Sinossi
Alice e Mattia: bambini, adolescenti, giovani e adulti. Due vite destinate a incontrarsi ma, come è nella natura dei numeri primi, a restare divise, a sfiorarsi e sfuggirsi, segnati da traumi infantili che incidono sulla loro esistenza.
Alice bambina è vittima di un grave incidente sulle piste da sci, dove il padre la obbliga a cercare una natura da campionessa, che non le appartiene. Persa nella nebbia, spaventata, umiliata, Alice finisce in un crepaccio, con una gamba spezzata, destinata a zoppicare per sempre. Mattia bambino ha un'intelligenza vivace e una sorella gemella problematica, Michela, che lo fa sentire diverso e lo tiene lontano dagli altri. Per avvicinarli, invitato a una festa, Mattia lascia Michela nel parco e la perde.
Le conseguenze dei gesti di bambini si ripercuotono, con i loro effetti irreversibili, sulle vite di Alice e Mattia, che si incrociano nell'adolescenza, si riconoscono nella solitudine, si amano a modo loro, si legano strettamente, viaggiano parallele, da giovani e da adulti, in un rapporto che proprio Mattia paragona a quello dei numeri primi gemelli, divisibili solo per uno, o per se stessi, separati da un altro numero, uno solo, che impedisce di toccarsi.
Lei si dedica alla fotografia, si sposa, si confronta col dolore, si separa; lui si laurea brillantemente in Matematica, accetta una borsa di studio all'estero, si confronta con la solitudine. Quando lei lo cerca, lui torna, cercando di capire se due numeri primi possono stare insieme.
«[...] Sembra troppo costruito il gioco di incastri temporali e di raffinatezze visive che fanno incrociare storie e tempi. Certo, il compito non era facile: restituire sullo schermo una diversità fatta soprattutto di sfumature, di dubbi ingigantiti, di ricordi oppressivi, tutte cose che negli altri adolescenti si dimenticano in un attimo e che invece per Alice e Mattia diventano macigni sempre più pesanti. Costanzo sa scavare bene nei volti e nelle espressioni per metterne in evidenza le sensibilità lacerate e tutti gli attori sono scelti e diretti con cura ma la ricerca quasi ossessiva di un'atmosfera che sappia trasformare in immagini le ferite dell'anima finisce per togliere forza e passione al film» (P. Mereghetti, "Corriere della Sera", 10.09.2010).
«[...] Costanzo affronta la storia come un horror sentimentale intepretato bene da Alba Rohrwacher e Luca Marinelli, con uno stile lambiccato e violento di colori forti e musica invadente, efficace ma senza semplicità» (L. Tornabuoni, "La stampa", 10.09.2010).
«Gli ultimi 20 minuti di La solitudine dei numeri primi, quarto e ultimo film italiano in concorso, sono affannosi, ansiogeni, in silenzio, dopo 100 di rumore musicale, muti dopo tante parole oblique e stentate, sospesi in un'attesa impaurita d'amore: Alice e Mattia dopo tanto tempo adesso sono uno di fronte all'altra, ma non sanno guardarsi, non sanno parlarsi, è per loro la fine definitiva? [...] E del resto, se secondo Saverio Costanzo i genitori verso i figli sono horror, e lui avrà le sue buone ragioni per pensarlo, bisogna dire che anche i figli lo sono talvolta per i genitori: per lo meno questi qui dei numeri primi, molto punitivi e rancorosi, uno sempre a tagliuzzarsi, l'altra a non mangiare, una parola o un sorriso, da parte loro, mai. Impressionante il corpo scavato e ossuto della brava Alba Rohrwacher, dagli strazianti sguardi affamati d'amore, molto interessante il viso chiuso dell'esordiente Arianna Nastro, Alice adolescente» (Natalia Aspesi, “la Repubblica", 10.09.2010).
«Partiamo da un dato che normalmente le recensioni sottovalutano: La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo è un film tecnicamente straordinario. Il livello della fotografia (Fabio Cianchetti) e del montaggio (Francesca Calvetti) è di grande respiro internazionale. L'uso in colonna sonora di brani musicali preesistenti (Goblin, Morricone, la famosa canzone Bette Davis' Eyes di Kim Carnes) avrebbe fatto sbavare, fosse stato un film di Tarantino, gli stessi cinefili integralisti che l'hanno fischiato. (...) La trama è quella di un melodramma, che però Costanzo ha magistralmente trasformato in un horror dei sentimenti. La prima sequenza è puro Dario Argento, le visioni di Alice nel finale citano – crediamo consapevolmente – Shining» (Alberto Crespi, "L'Unità", 10.09.2010).
«L’inizio del film di Costanzo è programmatico: il romanzo di Paolo Giordano viene declinato in chiave horror. La soglia e lo stile sono precisi e perseguiti dall’inizio alla fine. Il regista ha voglia di lasciarsi andare. Con visionarietà non sempre riuscita ma almeno tentata. Con una sfrenatezza che si riverbera nella fotografia e, appunto, nell’uso della musica. Presa e “gettata” in maniera emotiva, empatica, sconcertata. [...] La solitudine dei numeri primi non è proprio un capolavoro, ma tenta e spesso riesce ad esprimere – con zoom repentini e tagli imprevisti ma anche con lente carrellate intrusive – il terrore del vivere» (E. Battistini, "il Fatto Quotidiano", 17.09.2010).
Scheda a cura di Cristina Nebbia
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