Secondo Premio ai Littoriali del Cinema dell’anno XVI (1938).
La prima parte è una sintetica e brevissima storia del Fascismo, narrata attraverso le varie scritte che si sono alternate e succedute sui muri dei paesi e delle città. Scritto commentato da varie scene e sequenze ricostruite quasi completamente.
La seconda parte, più strettamente documentaria, si riferisce alle scritte che lungo tutte le vie d’Italia, i paesi e le città, costituiscono come i comandamenti dell'Italia di Mussolini. In questa seconda parte una sequenza a disegni animati commenta le scritte relative alla guerra per la conquista dell'Impero.
«[…] le varie edizioni dei Littoriali hanno dimostrato che il 16 mm. non può sostituire completamente il formato normale, ma piuttosto essere utilizzato come abbozzo, una sorta di appunto cinematografico, un’idea per un eventuale film in 35 mm. Cerchio dimostra l’importanza di quest’utilizzo presentando il suo film Il popolo ha scritto sui muri, sottotitolato Appunti per un documentario, ai Littoriali del Cinema del 1938. […] Qualche giorno dopo lo svolgimento del concorso cinematografico, Teo Ducci dedica un intero articolo alla categoria dei documentari. […] si riferisce al documentario narrativo, il “pezzo”, “quello che si potrebbe chiamare l’articolo di terza pagina immaginando di impaginare tutta la materia in un vasto giornale cinematografico.” Questo tipo di documentario ha “rivelato le possibilità inesauribili di tale genere”. Tra i tre “più rilevanti di questa rassegna”, Ducci inserisce il film di Fernando Cerchio Il popolo ha scritto sui muri che definisce essere “il vero documentario moderno, è il film che ci descrive un’atmosfera, uno stato d’animo, che si serve dei luoghi come punti di riferimento esteriori, come elementi puramente visivi”» (N. Heys Cerchio, Fernando Cerchio 1933-1945, Tesi di Laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Torino, 2004).