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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Uragano ai Tropici
Italia, 1939, 35mm, 74', B/N


Regia
Gino Talamo, Pier Luigi Faraldo

Soggetto
Antonio Leonviola da una novella di Anton Giulio Majano

Sceneggiatura
Anton Giulio Majano, Antonio Leonviola, Domenico Meccoli

Fotografia
Aldo Tonti

Operatore
Beniamino Fossati

Musica originale
Ulisse Siciliani

Suono
Giovanni Canavero

Montaggio
Gino Talamo

Costumi
Vittorio Nino Novarese

Interpreti
Fosco Giachetti (capitano Moraes), Rubi Dalma (Manoela Moraes), Osvaldo Valenti (tenente Reguero), Mino Doro (Neichols), Vinicio Sofia (il radiotelegrafista), Danilo Calamai, Aristide Garbini, Antimo Reyneri, il cane Gurko

Direttore di produzione
Giorgio Lastricati

Produzione
G.G. Ponzano per Ponzano Film

Distribuzione
Ponzano Europa Film

Note
Nulla Osta n. 30.718 del 12.9.1939; 2.088 metri.
 
Aiuto operatore: Gianni Alberto Vitrotti; segretario di produzione: Giorgio Restivo; prima proiezione pubblica: 4.11.1939.
 
Le riprese in interni sono state realizzate negli studi FERT di Torino.
 




Sinossi
Il comandante di un fortino nel Marocco spagnolo riceve l’ordine di sabotare un aereo civile appena atterrato: si crede infatti che il pilota dell’aereo sia una pericolosa spia nemica. Quando il comandante vede il pilota, riconosce un fidato amico di gioventù, ma nonostante ciò obbedisce agli ordini dei superiori e inserisce nel motore dell’aereo una bomba incendiaria. L’uomo riparte. Giunge dal comando un messaggio che riconosce l’errore commesso in precedenza: l’uomo è un semplice turista e non la pericolosa spia che si temeva: il sabotaggio va fermato. Un provvidenziale uragano, nel frattempo, costringe l’aereo ad atterrare poco prima che esploda.





«Di Uragano ai tropici si può dire, come di tanti altri film: “meno brutto di quello che credevo”. Perché, poi, certi film, ancora prima di vederli, si pensa che debbano essere brutti, è un mistero e forse non sarà mai chiarito. [...] Comunque il film è meno brutto di quanto si poteva credere prima di vederlo; anzi a pensarci bene lo è molto meno, molto meno. [...] Può anche darsi che la parte debole sia nel soggetto, che arriva fuori “tempo massimo” dopo altri duecento soggetti dello stesso genere, ed è un po’ tardi, non si può negarlo. Poi ci sono delle cose inverosimili e assurde. Ma l’atmosfera è resa bene, è efficace, e l’interpretazione è ottima: Fosco Giachetti è sempre il bravo capitano di Squadrone bianco (ma per lui non c’è la legge sull’avanzamento a scelta?), Osvaldo Valenti in una parte finalmente non antipatica ma solo scanzonata è nella giusta luce. Mino Doro (che, però, dovrebbe stare attento a non precipitare così le parole) è al suo posto. E  anche Rubi Dalma è a posto e non mi è dispiaciuta» (M. Doletti, “Film”, n. 12, 23.3.1940).
 
«Questo film, in un primo tempo diretto dal suo soggettista, Leone Viola [sic], poi passato alla regia di Talamo e Faraldo, subì tante peripezie organizzative e giudiziarie, che è un miracolo se [...] riesce ad arrivare sullo schermo sbrindellato ma intero. Vale a dire che ci sono errori di condotta, dispersione di azione, affastellamenti di dettagli, ma però una situazione centrale che tutto sommato regge [...]: nel conflitto tra il dovere e l’amicizia, qualche momento di tensione è cavato fuori» (Anonimo, “Corriere della Sera”, 27.1.1940).
 


Scheda a cura di
Valeria Borello

Persone / Istituzioni
Gino Talamo
Pier Luigi Faraldo
Aldo Tonti
Giovanni Canavero
Rubi Dalma
Osvaldo Valenti
Mino Doro


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