Il cortometraggio è preceduto da una didascalia: “Agli amici perduti e a quelli ritrovati”.
Primo Premio Concorso Spazio Italia del Festival Internazionale Cinema Giovani 1992.
«[Era meglio morire da piccoli] parte dall’esigenza di raccontare il trauma della crescita: è una storia di periferia, luogo condannato perennemente a morte: è la storia di ragazzi cresciuti in un posto che non esiste più. Non ritrovando più i propri luoghi, i personaggi non ritrovano più se stessi» (D. Gaglianone, in G. Carluccio e A. Catacchio, Absolute beginners. Gaglianone/Verra, Fai, Torino, s.i.d.).
A proposito di Era meglio morire da piccoli, Giuseppe Gariazzo scrive che il montaggio di Daniele Gaglianone è rischioso, come le immagini che lega insieme, ferite che tagliano le inquadrature rendendo il film doloroso (Cfr. G. Gariazzo, “Cineforum” n. 320, dicembre 1992).