«L’idea è stata di realizzare con i pochi mezzi a mia disposizione un omaggio a Luis Buñuel, il regista che amo maggiormente. Nello stesso tempo ho voluto visualizzare alcuni ricordi della mia infanzia, giochi, scherzi e divertimenti con la cinepresa. Un film, dunque, che non si propone una narrazione, ma vuole essere un collage di immagini e di suoni, legati, se cos! si può dire, dalla magica logica del sogno» (R. Tarallo, in S. Della Casa, a cura, Spazio Aperto, 2° Festival Internazionale Cinema Giovani, 1984).