«II cortometraggio, con la scusa della predizione, cerca di descrivere lo stato di nevrosi e follia latente che oggi ci coinvolge un po’ tutti. Il finale rimane aperto perché, come disse Peppino De Filippo, “Non credo ai fantasmi, ma in una casa in cui si dice che vi siano, non entro”. Insomma. la predizione è una fantasia. Ma fino a che punto?» (P. Rayneri,
www.torinofilmfest.org/history).