Altri titoli: Do you like Hitchcock?
Regia Dario Argento
Soggetto Dario Argento, Franco Ferrini
Sceneggiatura Dario Argento, Franco Ferrini
Fotografia Frederic Fasano
Operatore Giovanni Gebbia
Musica originale Pino Donaggio
Suono Mirko Guerra
Montaggio Walter Fasano
Effetti speciali Sergio Stivaletti
Scenografia Francesca Bocca, Valentina Ferroni
Arredamento Maria Castrovilli
Costumi Fabio Angelotti
Trucco Rosabella Russo
Aiuto regia Leopoldo Pescatore
Interpreti Elio Germano (Giulio), Chiara Conti (Federica), Elisabetta Rocchetti (Sasha), Cristina Brondo (Arianna), Ivan Morales (Andrea), Edoardo Stoppa (ispettore di polizia), Elena Maria Bellini (madre di Giulio), Horacio José Grigaitis (il fidanzato), Margaretha von Kraus (Renata), Giuseppe Loconsole, Milvia Marigliano, Giampiero Perone, Antonio Mazzara, Anna Varello, Carla Gambino
Casting stripslashes(Lorella Chiapatti)
Ispettore di produzione Giorgio Turletti
Produttore esecutivo Claudio Argento per Opera Film, Miguel Angel Gonzalez per ICC (Institut de Cinema Català)
Produzione Carlo Bixio per Genesis Motion Pictures, Fabrizio Zappi per Rai Trade, Claudio Argento per Opera Film, Joan Antoni Gonzalez I Serret per Institut del Cinema Català, Televisiò de Catalunya
Distribuzione Rai Trade
Note
Film televisivo trasmesso da Rai Due in prima serata Venerdì 24 agosto 2007 (media d'ascolto: 1.579.000; share: 9,44%).
Operatore steadycam: Giovanni Gebbia; assistente operatore: Gianluca Fava, Giacomo Marrucci; fotografo di scena: Franco Vitale; direttore d’orchestra: Natale Massara; suono Dolby Digital; assistente montaggio: Claudio Misantoni; effetti visivi: Lumiq Studios, Torino; aiuto costumista: Viola Verra; parrucchiera: Fiorella Novarino; sarta: Lucia Facchino; assistente regista: Guido Foa; altri interpreti: Lorenzo Federici, Alessandra Magrini, Emanuela Cuglia; direzione del doppiaggio: Silvia Pepitoni; stuntmen: David Ambrosi, Diego Guerra; segretari di produzione: Carlo Alonzo, Nilo Argento, Andrea Tafani; segretariati di edizione: Fernanda Selvaggi; organizzazione generale: Tommaso Calevi.
Film realizzato con il sostegno del programma Media Plus della Comunità Europea, con la collaborazione della Film Commission Torino Piemonte e con il patrocinio della Città di Torino.
Il film è stato realizzato interamente a Torino; gli interni presso i Lumiq Studios.
Ti piace Hitchcock? doveva essere il primo di una serie - ideata da Dario Argento e prodotta dalla Rai – di sei film ispirati ad Hitchcock, ma gli altri cinque film non sono più stati realizzati.
Sinossi
Torino. Giulio, laureando in Storia del cinema, passa le giornate nel suo appartamento cercando di ultimare la Tesi. Il suo passatempo preferito è spiare Sasha, una bella ragazza che abita nel palazzo di fronte e che litiga continuamente con la madre. Nella videoteca sottocasa Giulio incontra Sasha e un'altra ragazza, Federica, che entrano in confidenza dopo aver noleggiato lo stesso film, Delitto per delitto. Quando la madre di Sasha viene brutalmente uccisa lasciando la ragazza erede di una fortuna, la polizia brancola nel buio anche perché Sasha, l'unica che avrebbe un movente, ha un alibi di ferro. Giulio indaga per suo conto convinto che lei e Federica si siano accordate per eliminare i rispettivi nemici. Giulio scopre infatti che Federica è ricattata dal suo datore di lavoro. Ma anche il gestore della videoteca, che il ragazzo credeva suo amico, è in realtà coinvolto nel diabolico piano.
Dichiarazioni
«È il mio quinto film in questa città. Mi ci trovo molto bene e ormai, quando penso ad un set, mi vengono in mente queste strade: le vedo come un teatro di posa. Negli anni, Torino sta riconquistando in modo deciso lo spazio che ricopriva all’inizio della storia del cinema: ci sono più set qui che a Roma. Sono cresciute professionalità ormai utilizzate in tutta Italia, e si dispone di eccellenti teatri di posa» (D. Argento, “La Stampa”, 12.8.2004).
«L’ho girato come se fosse un film, non una fiction. Il lavoro si ispira a tutta l’opera di Alfred Hitchcock, a partire da Delitto per delitto e La finestra sul cortile, ma prima o poi compaiono situazioni, personaggi, titoli e atmosfere di tutti i suoi film. Il rapporto tra la protagonista e la madre, ad esempio, ricorda Intrigo internazionale e per le musiche ho scelto il più hitchcockiano degli autori, Pino Donaggio. Non si tratta di un film manierista: il mio è un omaggio smaccato e dichiarato, in cui il protagonista cade in una vicenda, appunto, assolutamente hitchcockiana» (D. Argento, “La Stampa”, 24.8.2007).
«Il mio film prende in esame la figura di Alfred Hitchcock, non solo nel titolo. Si tratta di un grande omaggio al maestro del brivido, al suo cinema, naturalmente rielaborandone i temi, ma è un giallo in piena regola dove tutti si comportano come se fossero in un film di Hitchcock. […] È da parecchio tempo che desideravo ritornare al piccolo schermo. Avevo voglia di cambiare, lavorare con nuovi collaboratori. Avevo già lavorato in tv molti anni fa, proprio agli inizi della mia carriera, con quattro piccoli film che ebbero molto successo. Volevo ripetere l'esperienza. Ma come? Ho semplicemente lavorato nella stessa direzione nella quale mi ero mosso all'inizio della mia carriera, pensando di fare del cinema in televisione. Ho fatto del cinema, nei ritmi, nelle tematiche, nei movimenti, nella rappresentazione dei personaggi, delle paure. Devi lavorare su uno spettro più ampio, metterci più chiavi di lettura, una ricostruzione più ricercata, il montaggio, la musica, la scrittura. […] Il film è stato girato interamente a Torino, città che conosco nella sua totalità. Già in fase di scrittura, mentre ne immagino gli sviluppi, individuo i luoghi esatti dove ambientare le scene. Ho iniziato a fare sopralluoghi già un anno e mezzo fa, quando ho avuto l'idea di girare il film. C'è un palazzo molto interessante, bello, dove si svolge il cuore del film. Ho lavorato sulle mie solite ossessioni architettoniche, sugli spazi» (www. news.cinecitta.com).
«Chi conosce Torino, i suoi quartieri, le sue strade, i suoi palazzi, non farà fatica a individuare i luoghi della storia, naturalmente torbida e misteriosa com’è abitudine di Argento. Il quale ha scelto un paio di belle case alla Crocetta, il quartiere borghese della città, proprio a ridosso della Galleria d’Arte Moderna, per ambientarvi una vicenda che mescola vita quotidiana e terrori infantili, voyeurismo e amore per il cinema, sentimento e ragione, con qualche gustosa digressione comica […] e, ovviamente, molta tensione e un po’ di sangue. […] di gioco in realtà si tratta: un gioco condotto sul filo di una serie di citazioni hitchockiane che tuttavia Argento sa controllare da par suo, rimanendo sempre coerente con il suo stile rigoroso e visivamente accattivante. Anzi, più che negli ultimi suoi film, questo piccolo prodotto per a televisione […] ci riporta ai tempi del miglior Argento» (G. Rondolino, “La Stampa”, 15.5.2005).
«[…] il film è bello, intenso, coinvolgente, proprio come Hitchcock, e la storia, tra ambientazione metropolitana e personaggi ambigui, riferimenti cinefili e sviluppi complessi, è condotta con quella maestrìa propria del primo Argento, quando ancora non si era dedicato quasi esclusivamente all’orrore. […]Ti piace Hitchcock riprende i temi dei suoi primi film e li sviluppa seguendo un discorso che alterna tensione drammatica e pause narrative, descrizione ambientale e racconto sincopato. […] Una trama articolata e fuorviante che ricalca vagamente quella di Delitto per delitto di Hitchcock citato esplicitamente all’inizio, ma che in realtà se ne distacca per una diversa collocazione ambientale e sociale ed anche i riferimenti a quel modello insuperabile di suspense si perdono in un nuovo schema formale che rivela, come sempre in Argento, uno stile personale anch’esso nel suo genere, insuperabile» (G. Rondolino, “La Stampa”, 24.8.2007).
«Superando sia l’estensione formale di De Palma che la devota e deliziosa pratica amanuense e calligrafica di Gus Van Sant (o la via “centrista” di un Curtis Hanson), Argento costruisce un mondo totalmente hitchcockiano, in cui trame, immagini, personaggi si ammantano sugli spazi e sui tempi propri del cinema del regista romano. Ormai eccentrico, come il miglior cinema italiano, il cinema di Argento ruota su stesso, non solo perché torna ancora a filmare Torino, questa volta estiva e lineare (in cui le ombre serpeggiano ancora di più), o per il grande poster de Il Cartaio che campeggia sulla vetrina della videoteca ma per la ricerca stessa di atmosfere, sequenze che fanno di Ti piace Hitchcock? anche un "Argento secondo Argento". Dario filma in modo trasparente tutta l’apparecchiatura cinefila costruita, ripercorre ed evidenzia una traiettoria cinematografica che da Lang arriva a Lynch (Sasha /Federica, bruna/bionda) ma lascia che a scoprire le carte sia Giulio e tutto il cast giovanissimo, abbandonandosi all’ambiguità “naturale” dell’immagine. Immagina la cinefilia contemporanea come uno sfaldarsi di triangoli, evaporazione dei corpi e distanza dal mondo e dalla casa (là dove i Dreamers di Bertolucci si univano negli anni ‘60). Ma Ti piace Hitchcock? è anche la trasformazione di un’operazione televisiva (seriale) in opera cinematografica in cui il lavoro sugli spazi, le inquadrature, i tempi richiederebbero uno schermo grande quanto il cielo e ancora un binocolo e non sarebbe abbastanza (almeno per noi che desideriamo (luce) senza fine). Argento irrompe annullando la supposta differenza tra il girare per il cinema o la TV su cui marciscono tanti a cui Hitchcock piace perché glielo hanno insegnato a scuola. Come Rossellini, Hitchcock, Lynch, Dario Argento fa sempre cinema, un’anomalia per un’industria che ormai fa quasi solo teleromanzi in cui non c’è niente da vedere» (F. Baglivi, “Sentieri Selvaggi”, 29.3.2005).
«This tongue-in.cheek salute to the master of suspense follows The Cardplayer in practically eliminating the buckets of blood and gore that characterize many Argento offerings. Though it’s still pretty shlocky, pic gains from quoting the classics from Dial M for Murder to Vertigo. Coproduced by sales company RAI Trade as the first in a proposed made-for-TV thriller series, this enjoyable romp should amuse young DVD buyers the world over. […] Underlining the dreamlike sequences, which are Argento’s forte, is Pino Donaggio’s fine score» (D. Young, “Variety”, n. 3/399, 6/12 June 2005).
«A oltre trent'anni di distanza da La porta sul buio, Dario Argento torna a lavorare per la televisione […] In questo caso la trama intreccia spunti narrativi tratti da tre film di Hitchcock: Delitto per delitto, La finestra sul cortile, Il delitto perfetto. L’inconsistenza dei personaggi e la conseguente fragilità narrativa sono limiti ricorrenti nel cinema di questo autore, compensato da un talento visivo fuori dal comune e da uno stile inconfondibile. Pregi e limiti che si confermano anche in questo film-tv, la cui dimensione metacinematografica ne fa più un divertissement che un vero e proprio thriller. Se l'intreccio appare da subito pretestuoso e, dopo il delitto, perde progressivamente coerenza, la messa in scena è molto efficace e riesce a suggerire emozioni del tutto assenti sul piano della struttura narrativa. Pur con i suoi limiti, Ti piace Hitchcock? resta un'operazione interessante, caratterizzata da atmosfere misteriose, personaggi ambigui e sequenze stilisticamente elaborate, di solito esclusi dalla fiction italiana» (M. Buonanno, a cura, La posta in gioco. La fiction italiana. L’Italia nella fiction. Anno diciannovesimo, Eri, Roma, 2008).
«Purtroppo non tutte le ciambelle riescono col buco, naturalmente, ed anche Argento dimostra di subire crisi creative, che durano ormai da troppo tempo. Sicuramente Ti Piace Hitchcock? non colma il vuoto creato negli ultimi 15/20 anni (si tratta pur sempre di fiction televisiva, in fondo), ma non possiamo nemmeno parlare di fallimento totale. Torino fa da teatro alla vicenda, con le sue strade, le sue magioni ed i suoi misteri, come avvenne per il suo indiscusso capolavoro Profondo rosso […], il taglio televisivo del film è riscontrabile in diversi particolari: i volti dei protagonisti (Elio “Giulio” Germano in primis), la recitazione elementare e priva di particolare inflessione, il doppiaggio incolore (e purtroppo tipico degli ultimi lavori di Argento) che fa rimpiangere il parlato in lingua inglese in cui si esprimono gli attori. Ma se analizziamo i prodotti proposti da diversi anni a questa parte per il tubo catodico, Ti Piace Hitchcock? si eleva dalla massa di fiction ruffiana e "trendista". Analizzando meglio la storia, ci accorgeremo che il talento di Argento non è scomparso: la ricerca di particolari e dettagli, la cura per la scenografia e la mano ferma e precisa non sono insignificanti ai fini del valore dell'opera. Certamente qualcosa nella sceneggiatura, scritta a quattro mani col sempre attivo Franco Ferrini, poteva essere migliorata, poiché non tutto fila liscio come l'olio […]. Sostanzialmente buone le musiche di Pino Donaggio, tornato all'opera in un film di Argento dai tempi di Trauma (1993): non particolarmente ricercate o innovative, ma sicuramente affascinanti» ( www.splattercontainer.com).
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