Visto censura n. 19.948 del 30.9.1924; 1.843 metri.
In alcune fonti il personaggio Fragoletta viene indicato come Cerisette e il personaggio Zanzara come Moustique.
Vittorio Martinelli indica erroneamente Pauline Polaire come interprete del personaggio recitato in realtà da Elena Sangro, come confermano i materiali pubblicitari pubblicati su “Le Films Pittaluga”.
«Con cura appassionata e con intelligente meticolosità Luciano Doria sta ponendo in scena, per la Pittaluga-Fert, il bel lavoro da lui stesso ideato e scritto: La Taverna verde. La nostra fotografia di basso mostra appunto il bravo Doria nell’esercizio delle sue funzioni cogli artisti, fra cui la Pauline Polaire, la Elena Sangro, la Rita d’Harcourt, Alberto Collo, Franz Sala ed altri, le comparse, l’operatore Brizzi e gli aiutanti. Veramente non si può dire dalla fotografia se la fisionomia del Direttore di scena esprima soddisfazione per l’andamento del lavoro. In piedi sul tavolo Doria sta impartendo ordini, non posando. La soddisfazione si può leggere sulla faccia di Saetta (Domenico Gambino), spettatore ed intruso in questo lavoro, e nella mente di tutti coloro che alla preparazione di questo bel film hanno la fortuna di assistere. L’altra fotografia mostra la bella artista Pauline Polaire trasformata dalle strane necessità della “Taverna verde” in dama di carità» (“Le Films Pittaluga”, a. II, n. 13, 15.4.1924).
«Il bel lavoro scritto e messo in scena da Luciano Doria, ed interpretato da valenti artisti come la Elena Sangro, la Pauline Polaire, Oreste Bilancia, Alberto Collo e Franz Sala, è ormai quasi giunto alla sua ultimazione. Riproduciamo in questo numero un paio di scene del bel soggetto» (“Le Films Pittaluga”, a. II, n. 15, 15.5.1924).
«La cantonata di due turisti – Due turisti, inglese l’uno e francese l’altro, percorrevano alcuni giorni or sono lo stradale di Lucento, nei sobborghi di Torino, in una potente automobile da viaggio. Attratti dalla bellezza suggestiva di un villaggio che si presentava sulla loro sinistra, i nostri automobilisti rallentarono la velocità e si inoltrarono in un dedalo di viuzze dall’aspetto strano. Scesero dalla macchina colpiti dall’aspetto nuovo che si presentava ad ogni svolta e ad ogni angolo del piccolo labirinto. “L’Italia è bella in realtà, dici quello che vuoi”, non potè trattenersi dal mormorare uno dei due turisti. L’altro taceva. Stava picchiando alla porta di una “Taverna” dall’aria misteriosa. Visto che nessuno rispondeva, il viaggiatore aprì egli stesso la porta e... tableu! Invece di trovarsi nell’interno di un edificio, si trovò all’aperto, al cospetto del cielo, davanti ad un gruppo di operai che stavano rizzando finte colonne, dipingendo un castello su un tavolato, e “piantando” una casa su un angolo. “Vien qua, vieni. È finta la tua bella Italia. È un’imitazione. Guarda laggiù gli operai che te la fabbricano. È una presa in giro dei poveri turisti. Andiamo, torniamo via!”. Ci volle del bello e del buono per spiegare ai due improvvisati ospiti che non si trattava d’una contraffazione dell’Italia a danno degli stranieri, ma d’una costruzione grandiosa e bellissima sì, ma provvisoria che doveva servire per le scene della “Taverna Verde”, il bel lavoro uscito dalla fervida fantasia di Luciano Doria ed attualmente in preparazione negli stabilimenti della Pittaluga-Fert e nei prati adiacenti. “Ecco, non si possono più fare le cose sul serio a questo mondo”, ripeteva sorridendo fra sé e sé Luciano Doria ad equivoco chiarito. – “La Taverna verde”, il bel lavoro concepito e messo in scena da Luciano Doria, è stato ultimato di questi giorni negli stabilimenti della Pittaluga-Fert e sarà pronto per la programmazione all’inizio della stagione prossima» (“Le Films Pittaluga”, a. II, n. 17, 15.6.1924).