Visto censura n. 1.513 del 1.12.1913, 815 metri.
Copie conservate presso: Cineteca del Friuli (Gemona), Museo Nazionale del Cinema (Torino).
«Un altro gioiello della prodigiosa collana di lavori della grande Casa Torinese. Il sig. Filippi, l’accorto ed esperto proprietario del
Cinema Meridiana, si è accaparrata la primizia di questo film e l’ha offerto in prima visione nel suo elegantissimo e aristocratico Cinema ai torinesi. “Cenerentola” è uno di quei lavori che si potrebbero definire con un solo aggettivo, è cioè un lavoro riuscito. E riuscito ed indovinato lo è davvero in ogni suo particolare, nella originalità della trovata, nella ingenua e fresca bellezza dello spunto, rinnovellante quello della vecchia fiaba omonima. Vi è in questo lavoro un assieme di reale e di irreale armonicamente fuso poiché la favola è integrata da scene di vita reale e modernissima. E ciò non basta: il film ha anche un lato istruttivo, perchè mostra al pubblico come vengono eseguite le pellicole e quale è il lavoro degli artisti cinematografici. [...] Questo nuovo lavoro della Casa Ambrosio è stato eseguito con un meraviglioso e meticoloso dettaglio di particolari, con amorevole cura di ogni più lieve effetto, con sfarzosità e lusso di scene e di vesti, con grande precisione. Le fotografie sono riuscitissime e nitidissime. L’esecuzione da parte degli artisti è stata superba: Fernanda Negri-Pouget fu un’adorabile, deliziosa ed efficacissima Silvietta; ella diede a questo personaggio tutta la sua anima, tutto il suo talento artistico, che già ammirai e constatai in altri non facili lavori. Così la Cleo-Tarlarini rese assai bene la parte della prima attrice Jenni Smart, mettendo ancora una volta in evidenza le sue eccellentissime doti. Luigi Chiesa ha mostrato di saper fare a meraviglia il
metteur en scene, interpretando la parte di Piccolini con grandissima perizia e Ubaldo Stefani fu un Conte De Sivry misurato, corretto, aristocratico ed
replicas relojes efficace. Bene tutti gli altri. Il pubblico ha assai gustato questo film e lo ha dimostrato affollando giornalmente il simpatico Cinema Meridiana. Epperò è rimasto in gran parte con la voglia di rivederlo ed io mi auguro che il sig. Filippi tenendo nel dovuto conto tale giusto desiderio, vorrà darci, a breve scadenza, una replica di questo bel lavoro Ambrosiano. Torino, 18.11.1913» (E. de Mitry, “La Cine-Fono – Rivista Fono-Cinematografica”, a. VII, n. 259, 22.11.1913).
«Cenerentola nella vita e nella cinematografia. Così si potrebbe definire il bel film della Casa Ambrosio che venne proiettato in questi giorni. Il soggetto per quanto assai movimentato è semplicissimo. [...] Questo semplice soggettino dà mezzo alla casa Ambrosio di dare al pubblico un’ampia visione del suo stabilimento. Del lavoro febbrile, vario che si agita entro e fuori del suo teatro, o meglio dei suoi teatri, e per le vie, pei campi, nelle ville dei signori che pazientemente si prestano a vederle invase dalle troupes dei comici. È stata una vera novità svelata al pubblico che ancora non conosceva questi ambienti, nè sapeva come si svolgeva il lavoro per la fabbricazione dei films. In una novità un’idea affatto nuova, geniale ed eseguita con vero senso d’arte. Il sig. Chiesa fu un ottimo direttore artistico e la signora Pouget un’ottima Cenerentola. Buona la fotografia. In complesso, ripeto, uno spettacolo nuovo ed ottimamente riuscito. Un plauso al sig. Rodolfi, ideatore e direttore di questo squisito lavoro» (A. Berton, “Il Maggese Cinematografico”, a. I, n. 15, 25.11.1913).