Regia Tonino De Bernardi
Soggetto Tonino De Bernardi, Filippo Timi
Sceneggiatura Tonino De Bernardi, Filippo Timi
Fotografia Tonino De Bernardi
Musica originale Alessandro Dei, Manuela Giacobini, Filippo Timi
Montaggio Pietro Lassandro
Scenografia Lino Fiorito
Interpreti Filippo Timi (Antonello/Rosatigre/Rosa), Giulietta De Bernardi (Wanda), Walter Ricciarelli, Mario Antonio Rava, Rodolfo Antonio Tarantino, Manuela Giacomini, Andrea Mantelli, Roberto Baffert, Alberto Momo, Lucia Mascino, Giovanni Gentile, Carlo Grosso, Saverio Isola, Alessandra Levis
Produttore esecutivo Monica Mele
Produzione Tonino De Bernardi per Lontane Province Film, RAI 3
Note Fare la vita è il seguito di Rosatigre, diretto da De Bernardi nel 2000.
Film realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
Sinossi
A Torino il giovane napoletano Antonello “batte” come travestito con il nome di Rosatigre o più comunemente Rosa. Accanto gli sta Wanda, che esercita pure lei la “professione” e, essendo la sua migliore amica, è per lui l’incarnazione del suo alter ego femminile. Mentre vediamo le due insieme sulla strada, dolci e scanzonate, novelle Moll Flanders, ne ascoltiamo le confidenze ed entriamo nella loro vita. Wanda avrebbe potuto fare l’insegnante, invece ha preferito la strada, portandovi la sua natura sentimentale e sognatrice; dal canto suo, Antonello-Rosa coltiva il sogno di diventare cantante e esprimere nel canto la sua creatività. Lo seguiamo in una serie di relazioni con clienti maschi, a cui non può fare a meno di indirizzare la sua ricerca d’amore, nonostante le difficoltà che il rapporto mercenario comporta.
«Il mondo di De Bernardi non concepisce rotture definitive, non abbandona i suoi personaggi, piuttosto li segue e li ama rispettosamente per un certo tempo, poi li lascia liberi di tornare alla loro vita per rincontrarli ancora a un diverso punto della loro evoluzione. Li fa vivere su binari paralleli segnalandone le somiglianze, le affinità o per ricordare la variegata ricchezza di questo mondo, abitato da anime oltre che da corpi, e anche gli spettatori diventano personaggi del suo film. C’è un filo che unisce i film di De Bernardi: il rispetto. Ci permette di guardare attraverso uno sguardo finalmente non stereotipato a una realtà complessa (il mondo in cui viviamo) senza la pretesa, riduttiva e pretenziosa, di aver detto tutto, di aver capito tutto. Quello che dona al suo pubblico è in linea con la sua sensibilità di artista osservatore attento del mondo che lo circonda, ma il rispetto è cosa assai poco di moda, e quello per pubblico non esiste affatto. La delicatezza con cui avvolge i suoi personaggi e li racconta senza forzature, con grande eleganza, è qualcosa di raro e prezioso, una boccata d’aria fresca tra i miasmi degli effettoni speciali da popcorn e Coca-cola, delle storie trite e ritrite raccontate sempre nello stesso modo, servite in carta patinata» (M. Gilardoni, www.frameonline.it).
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