Organizzazione generale: Vieri Bigazzi.
«Carlo Campogalliani dirige film da più di quarant’anni: l’ “opera omnia” di questo regista si distende su un nastro di celluloide interminabile, che gronda di lagrime e di sangue. I drammoni sono la sua predilezione; allo schema dei sospiri e dei singhiozzi si è mantenuto fedele anche per Foglio di via, accorata storia di una ragazza presa di mira dalla mala sorte. Cosetta Greco, cioè Lucia, sdrucciola più volte, in questo film, sulla viscida china della malvagità del prossimo. [...] Foglio di via, ispirato da un soggetto di Nicola Manzari, è la biografia dell’innocenza misconosciuta ed afflitta. L’ultimo episodio, malamente appiccicato al resto, sembra una coda di cavallo sul dorso di una pecora, non lega. Ma tutta la pellicola, nel perfetto ossequio del melodramma popolare, ansima e vibra di cocenti passioni. Il rimorso di Lucia per la morte del bambino si attenua, all’epilogo, nella felicità per la guarigione di un altro bambino, salvato per sua intercessione: uno a no, parità di risultati. Insomma, la spettatrice sensibile ha quello che si attende. Cosetta Greco, la dolorosa interprete, non dispone che di due espressioni, la pudicizia a occhi bassi e l’attonimento a occhi sbarrati. Spesso confonde, sbalordisce quando dovrebbe vergognarsi e viceversa. Il regista invece, pago del consenso caldo di puri di cuore, non si vergogna affatto, giacché ottiene i risultati che cerca» (lan., Corriere della Sera”, 8.2.1955).
«La vicenda comprende molti elementi negativi; ma gli errori, anche gravi, commessi dai protagonisti hanno fruttato loro severe punizioni. Si può ritenere che la dolorosa esperienza li abbia migliorati, rendendoli atti ad un'utile ed onesta esistenza. La chiusa è positiva; ma gli elementi negativi della trama impongono ampie riserve» (“Centro Cattolico Cinematografico, vol. XXXVI, Dispensa 21, 1954).