Regia Marco Manetti, Antonio Manetti
Soggetto Marco Manetti, Antonio Manetti
Sceneggiatura Marco Manetti, Antonio Manetti
Fotografia Federico Schlatter
Operatore Vincenzo Carpineta
Musiche di repertorio Africa Unite, Neffa
Suono Gaetano Carito
Montaggio Francesca Calvelli
Scenografia Pierluigi Manetti
Costumi Cinzia Lucchetti
Interpreti Juliet Omoniji (Nike), Paul Anthony Anderson (Eby), Luca Laurenti, Elisabeth Sunday Aifuwa, Eliane Ballaud, Olu Domingo, Roy Omore, Massimo Sarchielli, Johnny Lucas (Fabio), Bola Akinemi, Gisella Burinato, Oueensly Faith Egbon, Juliet Esey Joseph, Dayo Somayke
Casting Fabiola Banzi
Produzione Pierluigi Bellocchio per Filmalbatros e Rai Radiotelevisione Italiana
Note Operatore steadycam: Sebastiano de Pascalis; assistente al montaggio: Emanuela Di Giunta.
Una piccola parte del film è girato a Torino; tutto il resto a Roma.
È il primo lavoro dei Manetti Bros, fratelli romani già esperti autori di videoclip musicali.
Presentato al Festival Cinema Giovani di Torino, il film passò quasi inosservato, salvo una coda polemica l’anno successivo, quando alcuni interpreti sono stati arrestati per reati simili a quelli commessi in Torino Boys.
Premio Speciale della Giuria al Festival Cinema Giovani di Torino 1997.
Sinossi
Una commedia nel mondo nigeriano di Roma. Si tratta di una storia di incontri mancati. Alcuni ragazzi nigeriani partono da Torino, città in cui vivono, verso Roma, dove vorrebbero assistere ad una partita di coppa Uefa del Toro. In realtà il vero motivo per cui Eby vuole andare a Roma è quello di incontrare Nike, una ragazza che ha conosciuto solo poco tempo prima. Il gruppo non solo non riesce a raggiungere lo stadio, ma anche l’incontro tra Eby e Nike diventa di difficile realizzazione.
«Primo film etnico girato in Italia, talmente etnico da rientrare anche nella cronaca nera» (S. Della Casa, Annuario del cinema italiano 1999 – 2000, Il Castoro, Milano, 2000).
«Torino Boys, per la regia degli ormai mitici Manetti Bros., è un lungometraggio profondo ed articolato prodotto dalla RAI ma snobbato dalle sale cinematografiche (ad oggi una sola la messa in onda in TV, su Rai Tre, e per giunta in piena estate ed in seconda serata). [...] La trama inusuale e multietnica di Torino Boys fa da sfondo alla realtà delle singolari comunità nigeriane presenti in Italia, inquadrate dai Manetti con un occhio discreto ed equilibrato. I giovani interpreti di colore sono tutti attori non professionisti, ed oltre a questi figurano le partecipazioni di Luca Laurenti e di qualche esponente dell'Hip-Hop romano (tra cui G-Max). Stupisce la leggera semplicità con cui i due registi raccontano una vicenda che nel suo scorrere assume i contorni di una dolcissima storia d'amore capace di sottolineare a chiare tinte uno stile di vita tutto particolare: quello dell'immigrato. Snocciolata la trama, tra le mani ci resta la colonna sonora, la prima in Italia interamente composta da brani Hip-Hop. Neffa, che cura tutto il progetto e che produce metà delle basi, prepara un pacchetto regalo per tutti quelli che volevano (e vogliono ancora) ascoltare del buon Rap italico. In questo progetto non si fanno distinzioni, sono presenti praticamente tutti gli artisti che all'epoca erano sulla cresta dell'onda. Neffa, in primis, lo troviamo nelle splendide Navigherò la notte e Nella luce delle 6:00, probabilmente i due momenti più alti del disco, sia per basi che per testi. Stupenda So far away, dove Dre Love si esprime con uno stile molto coinvolgente su una base dal sapore funky molto ben orchestrata dal solito Neffa, che regala anche un gioiellino gangsta ai Flaminio Maphia in splendida forma, persino Rude sembra un mc decente su questa base! Buone le prove di Tormento e di Piotta, che sfoderano due testi introspettivi e riflessivi. Non potevano mancare certo due classici, e che classici: Solo hardcore dei Colle Der Fomento e Quando vengo a prenderti di Kaos, altri commenti sono superflui! È presente qualche caduta di stile, Ce n'è degli Otierre, Nel vortice dei Lyricalz e Sab Sista, ma soprattutto Questa fly della Pina, che proprio non convince. I Manetti, sempre vicini al mondo dell'Hip-Hop italiano, hanno avuto coraggio nel commissionare un lavoro di questo tipo, che risulta geniale e innovativo, ma decisamente poco adatto ai tempi, probabilmente poco maturi. La cosa più assurda, però, è che probabilmente il film ha avuto meno fortuna della colonna sonora. Nel '97 il disco si trovava anche nei negozi non specializzati, al contrario del film, che è stato decisamente sottovalutato sia dalla RAI, che l'ha prodotto, che da qualsiasi altro mezzo di divulgazione più o meno legale » (www.rapmaniacz.com).
«Il punto d'incontro dei boys torinesi viene considerato il Regio, attorno al quale hanno gravitato artisti come Rawl MC e Mauri B. Oriundo della nostra città è anche Frankie HI NRG, i cui testi si caratterizzano per la complessità e la ricchezza di riferimenti culturali. A Torino, poi, è stato ambientato il lungometraggio dei Manetti Bros, finanziato dalla Rai, Torino Boys (1997), che tratta la storia di due ragazzi di colore che ascoltano musica hip hop. La colonna sonora del film è stata affidata a Neffa, il quale ha messo insieme un'ora di buon rap nazionale, tra cui brani di Flaminio Maphia, Piotta, Colle Der Fomento e Kaos One. A Torino si trova inoltre il quartier generale degli A.T.P.C., giovane gruppo hip hop che si ripropone di offrire, con la Suite Foundation, un punto di riferimento per i boys torinesi» (F. Ferrando, “Informa Giovani” n. 2, marzo-aprile 2003).
Scheda a cura di Vittorio Sclaverani
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