Specializzati di ripresa: Beppe Vellano, Alberto Magliano; montaggio RVM: Piero Piquet.
Documentario televisivo in 2 puntate di 30’ ognuna.
«Detonatore innescato nel malessere giovanile, il rock torinese vive tra scantinati e birrerie, sussulto sotterraneo che scuote i nervi della metropoli, si nutre di radio private e concerti al Palasport. Ingenuo, violento, demenziale, germina band come i Blue Vomit o gli Overdrive, pezzi come Epatite virale o Non mi alzo in pulmann. Rock periferico, povero di spazio e di soldi, lontano dai circuiti che contano, sogna case discografiche e sale di incisione e intanto si fa le ossa nei retrobottega di macelleria. [...] Geografia umana più che musicale, Rock prosegue l'indagine sulla condizione metropolitana avviata da Segre in Mercati generali, Ragazzi di stadio e Il ciocco è relativo. Violenze allo stadio, tossicodipendenze, giubbotti neri e ribellione punk, facce diverse di una stessa marginalità giovanile che affiora attraverso volti, gesti, discussioni. Un modo di fare inchiesta riconoscibile per le sue voci fuori campo, la sua sobrietà, il suo rinunciare ad ogni commento, il suo lasciare la parola ai protagonisti dei fenomeni che si indagano. A costituirne l'ossatura interviste (Segre utilizza quasi tutte le categorie "intervistologiche" dell'ultimo numero di Scena realizzate con una straordinaria capacità di far parlare, sciogliere gli intervistati, magari costruendo una rete fittizia di gesti quotidiani» (R. Moliterni, “il manifesto”, 26.3.1981).