La contessa Liliana Respighi vive una vita spensierata al fianco del marito Alberto, un ricco proprietario di miniera. La contessa ama particolarmente andare a cavallo ed è un’ottima cavallerizza. Un giorno Alberto subisce un crack finanziario e Liliana decide di andare a lavorare al circo come cavallerizza. Alberto, sentendosi umiliato per la crisi finanziaria ma, ancor più, per doversi far mantenere dalla moglie, inizia a frequentare Lolette, un’attrice del circo. Questo tradimento (l’abbandono del titolo) ferisce a tal punto Liliana che durante la sua esibizione tenta di cadere da cavallo per suicidarsi. In realtà Liliana resta solo ferita e riesce a guarire. Anche gli affari di Alberto migliorano velocemente e, una volta riconquistata la serenità economica, Alberto si rende conto dei suoi errori e chiede perdono a Liliana.
«L’Itala Films con Disperato abbandono può vantarsi di aver lanciato nel commercio cinematografico un grande lavoro sensazionale e di aver quasi... abbandonato le solite scene venute ormai comunissime e che incominciano a stancare. Questo soggetto, quantunque drammatico, non è privo di qualche scena umoristica che varia un po’ la situazione del dramma e che diverte il pubblico. E infatti con una prima attrice come
la Contessa Liliana Respighi, un primo attore giovane come il signor Alberto
Maria ni, non v’era da dubitare d’un ottimo successo. Come al solito siamo costretti a tacere i nomi degli interpreti non essendo indicati sul manifestino. Il pubblico intervenuto numerosissimo è rimasto soddisfatto. [...] Approvata unanimamente anche per la bellezza delle tinte la scena che si svolge verso il crepuscolo; quella cioè della gita in barca dei due amanti. La scena del tentato suicidio non ci riesce nuova. [...] Dopo tutto una buona film. Fotografia ottima ed effetti di luce magnifici.» (E. Bersten, Disperato abbandono, “Il Maggese Cinematografico”, a. I, n. 9, 25.8.1913).