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Lungometraggi |
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La villa delle anime maledette
Italia, 1982, 35mm, 83', Colore
Regia Carlo Ausino
Soggetto Carlo Ausino
Sceneggiatura Carlo Ausino
Fotografia Carlo Ausino
Operatore Giuseppe Lino
Musica originale Stelvio Cipriani
Suono Claudio Chiossi
Montaggio Giuliano Mattioli
Trucco Lucia Porta
Interpreti Beba Loncar (Martha), Annarita Grapputo [Ann Gregs] (Elisa), Fausto Lombardi [Foster Bards], Ileana Frasson [Helen Frasson], Jean-Pierre Aumont, Giorgio Ardisson, Paul Theisheid, Tony Campa, Fausto Lombardi, Ileana Fraja, Remo Vercellini, Benedetto Mocellin, Victor Bally, Mimmo Morleo, Attilio Cagnoni, Sandra Zambito, Mario De Gregorio, Michele Malla, Amelia Vercellino, Enrico Slataper, Renzo Gobello, Enzo Zamunner
Direttore di produzione Nunzia Ausino
Produzione Carlo Ausino e Michele Peyretti per Antonelliana Cinematografica
Note Anno di produzione: 1981. Nel Regno Unito la pellicola è stata vietata ai minori di 15 anni.
Sinossi
Due fratelli, Bruno e Tony (uno residente a Roma, l’altro ad Instanbul), e la loro cugina Elisa (abitante a Parigi), ricevono in eredità una villa della collina di Torino a condizione che vivano lì tutti insieme e non dividano o vendare la proprietà. I tre ragazzi, assieme alla moglie di Bruno, Sonia, iniziano così la nuova avventura, resa difficile dal clima che da subito si instaura nell’abitazione. Sonia, preda di incubi notturni, è inquieta e decide di scappare, ma appena varcato il cancello dell’abitazione viene travolta e uccisa da un’auto. L’avvocato che ha formalizzato l’eredità viene misteriosamente sgozzato. Tony e Bruno lottano per contendersi la cugina e nello scontro muoiono entrambi. Elisa viene inseguita dal socio dell’avvocato ucciso, che le rivela di essere il capostipite di una stirpe dannata e di voler dare inizio con lei ad una nuova progenie.
Dichiarazioni
«Un tentativo di film horror; lo stile è quello del cinema di genere britannico, ma con molto meno sangue» (C. Ausino, dichiarazione inedita).
«La storia non è granché (la solita dimora dove sono accaduti fatti mostruosi, che puntualmente si ripetono coinvolgendo i quattro giovani eredi della proprietà), ma certe insospettate raffinatezze tecniche (ad esempio, l\'accorto uso del dolly in funzione di sostegno dell\'atmosfera parapsicologica del film) ed un moderato ricorso agli stereotipi sanguinolenti fanno di La villa delle anime maledette un\'opera interessante» (F. Troiano, “Cineforum” n. 286, luglio/agosto 1989).
In un film che rispetta le convenzioni del genere horror e ne cita sequenze famose, Carlo Ausino offre un omaggio ad una tra le scene più note del cinema del terrore, quella ambientata nel corridoio coperto da moquette nell’albergo di Shining di Stanley Kubrick.
Torino mostra la natura lussureggiante della sua collina e svela una volta di più il suo lato oscuro.
Scheda a cura di Davide Larocca
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