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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Shan. Il cuore antico dei popoli naturali
Italia, 2006, 35mm, 92', Colore


Regia
Stefano Milla

Soggetto
dal libro "I Popoli naturali e l'ecospiritualità" di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero con il contributo di Ola Cassadore

Interpreti
Rosalba Nattero, Giancarlo Barbadoro, Luca Colarelli, Andrea Lesmo, Gianluca Roggero



Produzione
Ecospirituality Foundation Onlus - NGO in Consultative Status with the United Nations

Distribuzione
R.V.EN.

Note
Hanno collaborato: Apache Survival Coalition (Arizona), Wiran Aboriginal Corporation (Australia), Menhirs Libres (Bretagna)
 
Documentario realizzato con l'incoraggiamento delle Nazioni Unite, Alto Commissariato per i Diritti Umani, il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e il patrocinio di: Istituto Italiano di Cultura di Melbourne, Presidenza del Consiglio Comunale di Roma, Città di Torino.
 
Questo film è un contributo alla "Seconda Decade Internazionale delle Popolazioni Indigene del Mondo proclamata dalle Nazioni Unite".
 
Locations: Australia, Bretagna, New York, Ginevra, Arizona, Torino, Valle di Susa, Valle di Lanzo.




Sinossi
Il film è imperniato sul lavoro del Lab Graal alla riscoperta del cuore antico dei Popoli naturali, i Nativi del pianeta. Un percorso musicale e un viaggio nel cuore delle antiche tradizioni, dai Nativi americani agli aborigeni australiani per arrivare alle radici dell'Europa. Il film affronta le origini comuni dei Popoli naturali e il legame tra le realtà ancora presenti in tutti i continenti compreso il territorio europeo, dalla realtà bretone, a quella delle tradizioni dei territori piemontesi. "Shan" nell'arcaica cultura dello sciamanesimo druidico rappresenta l'immaterialità dell'esistenza. Il regista e i protagonisti hanno scelto questo titolo per il suo significato emblematico e per il riferimento alla ricerca e alla riscoperta delle antiche tradizioni che fanno da sfondo al lavoro creativo del gruppo.





«Un osservatorio astronomico in cima al sacro monte Graham. È l'emblema della storica sopraffazione della civiltà "maggioritaria" nei confronti dei nativi; in ogni dove. La ricerca spirituale del gruppo musicale torinese LabGraal, partita dalla passione per la cultura celtica [...] porta, attraverso conferenze e concerti con percussioni, cornamuse e l'evocativa voce di Rosalba Nattero, alla scoperta di assonanze antropologiche intercontinentali. La cantante - impegnata animalista - e il flautista Giancarlo Barbadoro sono autori del libro I popoli naturali e l'ecospiritualità, a cui si ispira il film, e fondatori della Ong Ecospirituality Foundation (che lo ha prodotto) all'Onu, dove quello degli indigeni - il 20% dell'umanità - è il forum più partecipato. Fusione discontinua di interviste a portavoce delle comunità, riproduzione della fisiologica bellezza della Natura, diario di viaggio, poeticismo di inframezzi new-age, Shan, firmato da Stefano Milla, individua un ideale gemellaggio tra etnie distanti nell'antico megalitismo diffuso in tutto il pianeta, con installazioni energetiche che utilizzano forze telluriche e radianti; così come in una religiosità dell'immanenza fatta di cerimonie senza profeti e dogmi; e ancora nell'organizzazione sociale solidale, non produttiva, retta da uguaglianza, giustizia e pace. Caratteristiche, queste, rinsaldate nelle comuni lotte per la fruizione dei propri luoghi sacri, uno dei punti della dichiarazione dei diritti dei nativi non ancora approvata» (F.R., “Liberazione", 15.6. 2007)

«Rosalba Nattero è la voce dei LabGraal, Giancarlo Barbadoro la affianca con flauti e zufoli; Luca Colarelli, Andrea Lesmo e Gianluca Roggero completano il pentagramma con bagpipes, chitarre, bouzuky, tastiere e tamburi. Questi cantori delle etnie perdute si muovono dall'Australia alla Bretagna, da New York a Ginevra, da Torino alle Valli di Susa e di Lanzo, intervistando e, soprattutto, registrando le loro melodie, un miscuglio suggestivo di echi celtici ed accordi irlandesi, scozzesi, asturiani, baschi, occitani. Emergono le contraddizioni del mondo globalizzato, che si batte contro l'oscurantismo ma oblitera il diritto dei Nativi alla propria libertà di culto. Commuove, ad esempio, il pianto dell'anziana donna Apache che implora lo spirito degli antenati, denunciando l'esproprio della Montagna Sacra, insidiata da apparati tecnologici, come telescopi od osservatori astronomici. L'afflato drammatico ha uno scatto autentico, in un'indignazione che va oltre la "custodia" museale dei beni archeologici» (E. Cassini, E. Liguoro, “Mondo Niovo 18-24 ft/s” n. 1,marzo 2008).

«Un’opera “mista” che unisce insieme i caratteri del documentario, della fiction e del videoclip, senza una definizione univoca. Girato tra la Bretagna. New York, l'Australia e le valli piemontesi, il film, che ha potuto contare, tra gli altri, anche sul sostegno dell’Onu, racconta il viaggio dei cinque musicisti sulle tracce della mitica città megalitica di Rama, probabile origine della tradizione celtica europea» (L. Barello, “la Repubblica”, 30.3.2007).

«Film di cruciale importanza, perché ci ricorda che i nativi, i popoli naturali, sono il venti per cento circa della popolazione terrestre, quindi occuparsi di loro è veramente un dovere civile. Sono rimasto letteralmente affascinato, sia dalla disinvoltura della regia e sia dal vocalismo della signora Nattero. Ho rivisto il film per poterla riascoltare» (G. Napoli, in Cinematografo, trasmissione Rai condotta da  Gigi Marzullo, 18.6.2007).

«Il film è un documentario che è un viaggio e una ricerca. È un viaggio attraverso i luoghi e le tradizioni dei popoli naturali, come vengono chiamati in questo film. [...] È patrocinato dall'ONU, quindi è una iniziativa che è anche una buona azione. Il film è pieno di cose interessanti, soprattutto il tentativo di un gruppo musicale, il Lab Graal, nel creare un legame tra la cultura Celtica, i megaliti di Carnac in Bretagna, Stonehenge in Inghilterra, e molte altre tradizioni del mondo. È un film interessante, fatto bene, è curioso e piacerà moltissimo a chi ha la passione delle cose new age» (A. Dell'Olio, Cinematografo, trasmissione Rai condotta da  Gigi Marzullo, 18.6.2007).
 
«Le Istituzioni devono incoraggiare chi promuove iniziative per difendere l'autodeterminazione dei popoli naturali ed i loro luoghi sacri. Per questo la Presidenza del Consiglio del Comune di Roma ha voluto patrocinare la nobile iniziativa basata sulla proiezione del film Shan, il cuore antico dei popoli naturali: parte dell'incasso, infatti, sarà devoluto ai popoli naturali più disagiati. Da parte del Comune di Roma voglio ringraziare gli amici della Ecospirituality Foundation per il loro grande lavoro a fianco degli Apache e di tutti i Popoli naturali. Questo film penso che vada visto per arricchire la propria coscienza ma soprattutto per dimostrare che davvero un altro mondo è possibile. Dobbiamo fare un passo indietro con la nostra arroganza di nazioni ricche, con il nostro strapotere, il nostro modo "rapace" di derubare tutto quello che si può, non solo alla Terra, che può essere chiamata in tanti modi come nel film Shan, questo magnifico lavoro di cui ringrazio i promotori, ma soprattutto anche agli altri umani che noi non riconosciamo con la nostra stessa dignità solo perché appartengono ad altre etnie. Sicuramente questo film aumenta la coscienza e la cultura» (M. Cirinnà, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Roma, Dichiarazione rilasciata in occasione della Conferenza Stampa del film il 13.6.2007).


Scheda a cura di
Franco Prono

Persone / Istituzioni
Stefano Milla


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