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Lungometraggi |
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Vita, amore e destino
Italia, 2006, MiniDV, 85', Colore
Regia Carlo Fumo
Sceneggiatura Carlo Fumo
Fotografia Riccardo Sforza
Suono Tino Coppola
Montaggio Cristiano Ferreira, Tino Coppola
Trucco Otono Nzum, Gerardo Carusia
Interpreti Carlo Fumo, Davide Nicora, Mario Giordano, Alfonso Bello, Giulia Bonnat, Danilo Autero, Eugene Alexe, Tony Palma, Giorgia Gianetiempo, Renato Celli, Ivana Pizzuti
Produzione Carlofumostudios, Free Mind Production
Note Locations: Torino (Mole Antonelliana, parco del Valentino, piazza Vittorio Veneto, piazza Castello, via Roma, via Po, via Pietro Micca, Porta Palazzo, ecc.), Salerno.
Sinossi
La guerra in Jugoslavia costringe un giovane, che ha perso la madre in un bombardamento, ad emigrare in Italia. Il pregiudizio e lo sfruttamento acuiranno le difficoltà della fuga dal proprio paese. Tuttavia la forza del giovane, legato ormai indissolubilmente ad una ragazza italiana, gli permetterà di conservare la propria dignità.
«Le vicende di coloro che fuggono da un contesto di guerra sono uno dei temi trattati in questo film. Al giovane protagonista, e a quel che rimane della famiglia, non è più possibile restare nel proprio paese, una Jugoslavia ormai devastata dalla guerra. L'unica soluzione possibile risulta la fuga. Questa storia riflette la condizione di una parte degli stranieri che vivono in Italia, una condizione generalmente ignorata. La legislazione al riguardo non è tuttora precisa nel nostro paese e, a livello mediatico, l'attenzione posta su coloro che sono definiti comunemente come profughi o rifugiati risulta insufficiente. Essi generalmente sono omologati ai migranti, e a loro viene praticamente negata un'assistenza sociale, economica che la loro condizione dovrebbe presupporre. Il film di Fumo ci propone alcune immagini di un percorso caratterizzato dalle difficoltà, ed è esemplificativo di un processo di progressiva cancellazione del passato di un individuo. La storia del protagonista, la sua provenienza e i legami recisi che costituiscono il suo passato non sono infatti quasi mai tenuti in considerazione, ed il pregiudizio sembra essere la sola traccia del suo passato considerata dalla Torino che lo accoglie» (Scheda dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, 2007).
«Tempo fa, nel 2004, Carlo Fumo raccontò il suo sogno. Aveva un'idea in mente e disse che voleva farci un film. La trama rivelava che non si trattava di una semplice idea, bensì di una vera e propria storia articolata, ricca di particolari, il cui contenuto aveva un'imponenza che andava ben oltre i canoni del pensiero adolescenziale. La storia principale, ambientata prevalentemente nella città di Torino, oggi definibile a pieno titolo multietnica, perché spesso sfondo di problematiche connesse all'immigrazione e all'integrazione culturale e socioeconomica, faceva da cornice a tante altre realtà che, pur non venendo sviluppate del tutto, erano di carattere incisivo perché sempre attuali: la fuga, l'abbandono dei propri cari, la disoccupazione, il disorientamento, la guerra, la morte, la vita, l'amore, il destino. Da allora sono passati tre anni durante i quali il giovane regista salernitano si è formato, sfruttando al meglio le proprie capacità e cercando di esaltare quelle di chi gli stava accanto. Insomma, Carlo si è dato un gran da fare e parlando ancora una volta del futuro ha detto: "Tutto si può fare, basta volerlo!" Ecco, questo è da considerarsi un po' come il suo motto, il suo ``grido di battaglia", ma cosa più importante, queste poche parole, decise, vibranti, svelano in pieno il suo segreto: lui ci ha creduto nei suoi sogni e ce l'ha fatta» (V. Delle Cave, Scheda dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, 2007).
Scheda a cura di Matteo Pollone
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