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Lungometraggi |
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Napoleone
Italia, 1951, 35mm, 89', B/N
Regia Carlo Borghesio
Soggetto Mario Monicelli, Raffaele Sposito, Steno, Stefano Strucchi, Leonardo Benvenuti
Sceneggiatura Mario Costa, Mario Monicelli, Raffaele Sposito, Steno, Stefano Strucchi, Leonardo Benvenuti
Fotografia Renato del Frate
Musica originale Stelvio Cipriani, Nino Rota
Scenografia Luigi Ricci
Interpreti Renato Rascel (Napoleone), Marisa Merlini (Giuseppina), Lilia Silvi (tamburina/sanculotta Maria Luisa), Nico Pepe (sergente), Loris Gizzi (ministro Barras), Mario Siletti (ambasciatore inglese), Pietro Tordi (zio Enrico), Carlo Ninchi (Murat), Sergio Tofano (generale Vignon), Raimondo Vianello (Cambronne), Gianni Cajafa (ufficiale napoleonico), Enrico Viarisio, Luigi Pavese, Cosetta Greco, Leopoldo Valentini
Produzione Luigi Rovere per la P.D.C.
Distribuzione P.D.C.
Note Altri interpreti: Corrado Annicelli (ministro gli Esteri), Mimo Billi (professore di Storia), Salvo Libassi (ufficiale napoleonico), Pierluigi Pelitti (ufficiale napoleonico), Ermanno Pavarino.
Sinossi
I professori d'una scuola discutono sul manuale di Storia da adottare. Quando escono dall’aula, le statue di Giulio Cesare e Napoleone scendono dai piedistalli ed incominciano a chiacchierare tra loro. Napoleone detta a Giulio Cesare la sua autobiografia: da giovane, animato da scarso spirito militare, deve i galloni alle mistificazioni d'un saltimbanco. Destinato alla guarnigione di Parigi, s'innamora di Maria Luisa, fervente rivoluzionaria; sposa poi Giuseppina e viene mandato in Italia, dove la fortuna lo assiste e passa di vittoria in vittoria. Una sua frase impaziente: "Che manovra d'Egitto!" provoca la spedizione in Egitto; la frase detta ai suoi generali la sera delle nozze con Maria Luisa, "Sssst! Mosca!", ha come conseguenza la campagna di Russia. Ma quando Napoleone, per amore d'una donna, si propone di vincere una battaglia, va incontro a Waterloo.
Dichiarazioni
«Sono un grande appassionato di calcio, e in questa città sono stato tante volte invitato allo stadio ora dal Torino ora dalla Juventus. Non ho mai fatto tv, qui, ma nel 1952 girai a Venaria il Napoleone di Carlo Borghesio con Renato Rascel. Un mese di riprese a cavallo, sai che bellezza» (R. Vianello, “La Stampa”, 8.5.2008).
A Carlo Borghesio si deve quest’ultima non peregrina versione del personaggio di Napoleone, affidata alle lepidezze e alla statura di Renato Rascel. Non c’è grand’uomo per il suo cameriere e non c’è eroe che non possa apparire uno sciocco e un pusillanime, solo che ci si applichi un’intenzionale irriverenza. E così Rascel ha fatto del grande Corso uno sciocco e un timido che solo per caso si è distinto nella storia. In questo banale pasticcio sono implicati Sergio Tofano, Carlo Ninchi, Marisa Merlini e Lilia Silvi» (Mario Luzi, Sperdute nel buio. 77 critiche cinematografiche di Mario Luzi, Trecazzano, Milano, 1995).
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