Altri titoli: Already Dead – Bruno Against the Mafia
Regia Alberto Coletta
Soggetto Alberto Coletta
Sceneggiatura Alberto Coletta
Fotografia Luca Rosingana
Musica originale Diego Vasserot, Simone Arlorio
Suono Alberto Coletta, Luca Rosingana
Montaggio Alberto Coletta
Produzione Paolo Pallavidino per EiE
Note Assistenti al montaggio: Bruno Blasi, Roberto Carini, Luca Rosingana; assistenti di produzione: Lara Raviol, Dario Navarro, Gaia Salvatori.
Con la partecipazione di: Bruno Piazzese, Antonio Maiorca, Marco Romano, Giuseppe Lumia, Davide Bruno, Gino Fazzina, Alessandro Piazzese, Carlo Coniglio, Carmelina Imposa Natalino Piazzese, Franco Greco, Giancarlo Amato, Antonio Nocita, Angelo Uccello, Salvatore Conti, Salvatore Arnone, Salvo Stante, Pasqualino Papa, Dino Di Stefano, Raffaella Maccarone.
Documentario realizzato con il sostegno di Regione Piemonte, Piemonte Doc Film Fund Fondo Regionale per il documentario, in collaborazione con: Cooperativa Animazione Valdocco, Associazione Libera Piemonte e con il supporto di Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno della Mafia.
Locations: Siracusa, Torino (in piazza San Carlo è sta girata una beve sequenza della manifestazione tenutasi in occasione dell’Undicesima Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime della Mafia.
Sinossi
Che cos’è la Mafia? Paura. Controllo. Omertà. La vita di ogni siciliano è condizionata minuto per minuto da un potere antico e invisibile. Azioni, parole, pensieri: Cosa Nostra sa tutto di tutti. Chi si ribella viene isolato, diffamato, minacciato. Una lenta morte sociale, che per molti porta all’eliminazione fisica. Bruno Piazzese ha denunciato la Mafia per combattere il racket. La Mafia ha risposto facendo esplodere il suo Irish Pub per ben tre volte. Bruno è stato filmato in direct cinema per diversi mesi, nella sua vita sotto scorta, nelle aule bunker dei tribunali, nell’intimità dei suoi momenti di solitudine e riflessione. Sullo sfondo, una campagna elettorale in Sicilia, condizionata dalla lunga ombra della Mafia. “Sei già morto” è la minaccia scritta su un manifesto pubblicitario di Bruno. La storia di un uomo normale che si trasforma giorno per giorno in simbolo della lotta contro l’illegalità.
Dichiarazioni
«Non mi interessava solamente fare un film sulla Mafia. Quello che mi ha colpito in Bruno Piazzese è l’aspetto universale della sua storia. Una persona normale, comune, che quasi da un giorno all’altro si trova a fare una scelta decisiva per la sua vita: accettare le condizioni della Mafia, quindi pagare il pizzo in cambio di una vita apparentemente “tranquilla e protetta”, oppure denunciare la Mafia rinunciando ad una vita normale, nella speranza di poter vivere indipendente dal potere mafioso. Bruno ha scelto di essere libero. Anche a costo del rischio altissimo. Man mano che trascorrevano i giorni di riprese con Bruno, cercando il modo migliore per raccontarlo in un film, mi accorgevo che il germe della Mafia lo possiamo trovare ovunque, non solo in Sicilia. Nella nostra quotidianità, molto spesso, accettiamo cose ingiuste semplicemente perché le diamo per scontate e subite da tutti. Bruno invece, non ha voluto subire il “sistema mafioso”, regalandoci un importante esempio di coraggio. Alcune volte quel suo coraggio può quasi risultare insopportabile e fastidioso per quella parte di noi che, in situazioni molto meno pericolose, non ha saputo affermare i propri diritti. Bruno invece ha continuato a lottare contro la Mafia con l’unica arma a disposizione: la parola contro l’omertà. In Sicilia, ancora oggi, poche persone hanno il coraggio di pronunciare la parola Mafia. Non è facile parlarne. Lui invece ha continuato, e continua a volerne parlare. Osservando la sua vita sotto scorta, i numerosi sforzi e le numerose delusioni, mi chiedevo: Perché? Che cosa lo spinge a continuare? Me lo sono chiesto per tutto il tempo. Soprattutto quando vivevo con Bruno la paura di un attentato, di un’aggressione. Non ho trovato una risposta, ma ho voluto raccontare, senza troppe interferenze “artistiche” di sorta, il passo pesante, semplice, costante e determinato di un eroe di tutti i giorni, che ha scelto la strada della legalità. Bruno non voleva sentirsi chiamare soltanto “vittima”, ma al contrario, ha voluto giocare un ruolo da “protagonista” della sua vita e della speranza di un futuro migliore per la Sicilia. Oltre la paura, Bruno ha trovato soprattutto il diritto di essere sé stesso e di realizzare i suoi sogni» (A. Coletta, www.fctp.it).
Scheda a cura di Franco Prono
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