«In questi luoghi della campagna poco lontano da Asti ho trascorso diversi capodanni. Questa è stata l’unica volta in cui ho visto la neve. Avevo effettuato alcune riprese con una vecchia Hi-8 analogica, che successivamente ho digitalizzato e montato quando ho trovato la musica che si sente nel film, musica che mi sembrava la più adatta per rendere quel senso di melanconia e desolazione, quel “freddo dell’anima” che si percepisce nella solitudine di questi paesaggi invernali. Non ho filtrato le immagini con effetti particolari, ma quando le registrate su vhs mi sono reso conto che avevano acquisito una pasta granulosa e imperfetta, che le rendeva molto simili a quelle di un disegno a pastello. L’effetto pittorico mi piaceva e ho deciso di mantenerlo, come anche le imperfezioni del vecchio nastro analogico che si stava rovinando a furia di essere stato cancellato e riregistrato» (E. Mils, Dichiarazione inedita, 2009).