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Cortometraggi e Documentari |
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I ribelli del Tajarè
Italia, 2008, HD-TV, 29', Colore
Regia Fabio Gianotti
Soggetto Mario Berardengo
Sceneggiatura Fabio Gianotti, Silvia Bongiovanni, Marco Amato
Fotografia Marco Amato
Musica originale Enzo Giraudo, Giovanni Monaco
Montaggio Fabio Gianotti, Silvia Bongiovanni
Interpreti Daniele Cortassa (Bruno), Fabio Ghibaudo (Fabio), Gianluca Monaco (Gino / Dunchi), Mario Berardengo (Mario, il comandante / Aceto), Fabio Gianotti (Primo), Lucio Costantini (Silvio), Gabriele Borsotto (primo condannato), Simone Brunetto (secondo condannato), Robertino Monaco (terzo condannato), Barbara Brunetto (Mariulina, staffetta partigiana), Gianluca Ghibaudo (Siro, agente alleato), Roberto Dadone (Bianco), Gigi Catalfano (Quaranta), Federico Vola (Revelli), Enzo Giraudo (Vian)
Direttore di produzione Silvia Bongiovanni
Produzione Kosmoki
Note Altri interpreti: Giancarlo Ghibaudo (Testori / ebreo russo), Michelle Girodengo (ebrea russa).
Il film - parzialmente ispirato a La guerra dei poveri di Nuto Revelli e Guerra partigiana di Dante Livio Bianco – ha il patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia di Cuneo ed il sostegno del Comune di Valloriate (CN).
Locations storiche originali a Valloriate (CN): Osteria del Mulino, Fortino di Valloriate, Borgata del Sapè.
Sinossi
Valloriate, 1944. Guerra partigiana. L’ingresso di un ragazzo di appena 17 anni nella banda dei “ribelli”; la drammatica scoperta della guerra e della sofferenza umana; la paura e l’orrore che lo portano all’acquisizione di una nuova maturità. Un episodio della resistenza fatto rivivere dagli abitanti di Valloirate, tutti alla loro prima esperienza cinematografica.
Dichiarazioni
«Il film ha una valenza prettamente simbolica, pur prendendo spunto da fatti realmente accaduti (la scena della riunione del 7 febbraio 1944 è stata girata nella stessa stanza in cui è avvenuta e il fortino è stato realmente una base partigiana di Valloriare) non vuole essere una ricostruzione storica precisa di tali fatti quanto piuttosto vuole partire da essi per cercare di rappresentare simbolicamente la storia di un giovane che sceglie di entrare in una banda partigiana» (F. Gianotti, Dichiarazione inedita).
Scheda a cura di Gabriele Diverio
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