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Cortometraggi e Documentari |
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Arti vaganti – Vaches champeira
Italia, 2008, HDV, 58', Colore
Regia Ugo Giletta
Soggetto Alessandro Midulla
Operatore Lio Giletta, Ugo Giletta, Mauro Lerda, Riccardo Lorenzino
Montaggio Ugo Giletta
Produzione Hapax Editore
Note
Collaborazione al soggetto: Lorenzo Griotti, Paolo Viano, Ugo Giletta; testi: Riccardo Lorenzino; consulenza linguistica: Matteo Rivoira; musica eseguita da: Ensemble Antidogma, Trio Para Guai; interventi di: Renato Agu, Paolo Allemano, Giorgio Ariaudo, Janò Arneodo, Riccardo Balbinutti, Giovanni Fina, Michele Fino, Lorenzo Griotti, Jacobo Kibori, Giacomo Lombardo, Dino Matteodo, Alessandro Midulla, Aldo Molinengo, Nico Orengo, Giovanni Peirolo, Carlin Petrini, Piero Raina, Claudio Salvagno, Massimo Tribolo, Paolo Viano.
Opere: Walter Accigliaro, Rodolfo Allasia, Antonio Carena, Alessia Clema, Daniele Fissore, Moira Franco, Elio Garis, Ugo Giletta, Lorenzo Griotti, Mario Mondino, Patrik Moya, Alessandro Midulla, Guido Palmero, Rosanna Pasero, Anna Maria Piana, Giovanni Tamburelli, Anna Valla, Paolo Viano, Gilberto Zorio
Poesie: Luca Arnaudo, Janò Arneodo, Roberto Baravalle, Remigio Bertolino, Alberto Casiraghy, Paolo Docile, Bruno Gambarotta, Carlo Giordano, Mariangela Gualtieri, Vivian Lamarque, Franco Marcoaldi, Alda Merini, Claudio Midulla, Aldo Molinengo, Nico Orengo, Brunella Pelizza, Piero Raina, Claudio Salvagno, Andrea Zanzotto e con un intervento di Carlin Petrini.
Da questa avventura artistica e' nato anche un libro che ne e' l'ideale completamento.
Il documentario è stato realizzato con il contributo di: Regione Piemonte, SanFirminoFilm - Manta (CN)
Locations: Castelmagno, Cartignano - frazione Chiaudieres, Saluzzo, Dronero, Chianale, Pradleves, Ostana, Bra, Racconigi, San Damiano Macra (CN), Pragelato (TO), Torino.
Sinossi
Il film racconta attraverso immagini, parole, musica e suoni la performance poetico-artistica di Artivaganti che ha seguito il mondo dei margari tra la pianura e l'alpe, dal maggio 2007 al maggio 2008. La tradizionale transumanza in montagna è raccontata con ritmo incalzante, allegro, a volte senza controllo, e poi all'improvviso riflessivo; parallelo all'incedere che ha una mandra di bovine che sale all'alpeggio. Su questo scorrere del tempo montanaro è stato impresso il segno scritto, disegnato, raccontato e musicato dei protagonisti di Artivaganti, che ha percorso spazi di vera vita e tradizione alpina. Un'estate diversa tra quelle che da secoli attraversano strade, sentieri e pascoli di montagna, un'estate che ha trasformato le Alpi Occidentali in un'immensa galleria d'arte, colta e popolare, che ha racchiuso le voci dei poeti anche con le lingue del territorio, gli artisti con le loro visioni pittoriche e i musicisti con le loro note. Da questa avventura artistica è nato anche un libro che ne è l'ideale completamento.
Dichiarazioni
«Girare il film ArtiVaganti è stata per me un esperienza inaspettata. Quando mi fu proposta la realizzazione del progetto, i miei entusiasmi non erano inclini ad una sicura riuscita. Le molteplici realtà d’insieme che dovevano collimare fra loro scoraggiavano i miei piani di lavoro. Mi sembrava che una compenetrazione di fenomeni culturali e sociali così diversi fra loro fossero quasi impossibili da adattare. Si trattava di far interagire una cultura legata alla tradizione (quella dei Malgari con le loro feste, le loro abitudini e le loro convinzioni che spesso sono in disaccordo con tutto ciò che è, o vuol essere innovativo) ed una cultura che ricerca nella contemporaneità la poesia, l’arte, la musica e quant’altro possa descrivere o interpretare stati d’animo come gioie, dolori, pessimismi e scetticismi, oppure speranze, ottimismi ecc… Quindi mi si prospettava la difficile impresa di dover trattare alla pari malgari, artisti, musicisti e poeti. In più, in un secondo momento, mi fu anche richiesto di dare spazio alle autorità politiche come sindaci, assessori, presidenti di comunità montane ecc… La mia paura fu subito quella di far un bel “minestrone” con tanti ingredienti che poco si accostavano l’uno all’altro. Fortuna vuole che io conosca bene le realtà dell’ambiente agricolo perché le mie origini appartengono a quel mondo, mentre i miei attuali interessi sono legati ad un ambito artistico e a tutto quanto lo circonda. Io credo che la costante mia presenza fisica costretta a seguire per un intero anno gli eventi che si sono svolti nei siti più discordi ed insoliti far loro, mi siano stati di vero aiuto. Nella realizzazione del film, ho tradotto in forma di immagini e musiche quanto quegli eventi mi hanno suggerito. Ho cercato di trattare allo stesso modo quella che è l’arte di conservare una tradizione a parità di chi cerca nell’innovazione qualcosa di nuovo. Incontrare i malgari, con le loro idee di libertà e farli interagire con personaggi di sicura raffinatezza umana mi ha donato una vera commozione. Voglio pertanto ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto nell’avventura, senza citarne alcuno per paura delle dimenticanze. Guardando il film, qualunque persona che si riconosca davanti o dietro le quinte, sappia che la mia gratitudine va a loro» (Ugo Giletta, dichiarazione originale).
«Affidare alle mandrie dei “campanacci d’autore”, creazioni di artisti e poeti: ecco l’intuizione che ha fatto sognare quest’avventura artistica e le ha dato vita. Il roudoun, come lo si chiama in patois, un oggetto di tradizione secolare, allacciato dai margari al collo delle loro vacche, un emblema serio e giocoso, portatore di senso e di allegria, affermazione di identità. Arti Vaganti l’ha scelto, chiedendo a 19 poeti di scrivere versi originali pensati proprio per le vacche delle mandrie, chiedendo a 19 pittori di raccontare su quei campanacci, attraverso il colore, una storia. Artisti tutti consapevoli che il loro messaggio d’arte sarebbe stato affidato a portatrici perfette, dove le strette vie dei paesi, le vaste piazze della città sarebbero diventate la galleria d’arte più grande del mondo e queste opere sarebbero apparse, poi scomparse e ricomparse, qua e là. E poi, è stata una lunga, lunghissima festa dell’arte, della poesia: ci si è ritrovate a presentare i roudoun d’autore in occasione di eventi dove c’erano altri roudoun ad attenderli, in presenza dei poeti che hanno recitato i loro versi in italiano, in piemontese, in occitano. Ed è questa “avventura d’arte” che il video racconta» (R. Lorenzino, copertina del DVD in commercio).
Scheda a cura di Emanuele Tealdi
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