Regia Enzo Trapani
Interpreti Massimo Troisi, Lello Arena, Enzo De Caro, Marco Messeri, Jerry Calà, Umberto Smaila, Nini Salerno, Franco Oppini, Enrico Beruschi, Athina Cenci, Alessandro Benvenuti, Francesco Nuti, Carlo Verdone, Stefania Rotolo, Andrea Brambilla, Nino Formicola
Produzione Rai Radiotelevisione Italiana
Note Sottotitolo: Ballata senza manovratore.
Prima serie: 6 puntate dal 27 ottobre al 30 novembre 1977.
Seconda serie - 6 puntate dal 28 dicembre 1978 al 1° febbraio 1979.
In onda su Rai il Giovedì in prima serata.
Autori: Enzo Trapani, Alberto Testa; altri interpreti: Corrado Lojacono, Les Chocolats, Francesco Vairano, Ugo Fangareggi, Marina Bellini, Lucretia Love, Jack La Cavenne, Boris Makaresko, Yor Milano, Ernest Tholoe, Raf Luca, Nancy Nova, Massimo De Rossi.
Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo De Caro componevano il gruppo La Smorfia, Jerry Calà, Umberto Smaila, Nini Salerno, Franco Oppini il gruppo Gatti di Vicolo Miracoli. Alessandro Benvenuti, Athina Cenci e Francesco Nuti il gruppo Giancattivi, Andrea Brambilla e Nino Formicola il duo Zuzzurro e Gaspare.
Ospite di una puntata fu un giovanissimo Pino Daniele. Tra gli ospiti fissi dei momenti musicali si devono ricordare i jazzisti Franco Cerri e Nicola Arigliano e la cantante indiana Asha Puthli.
Sinossi
Programma di varietà televisivo composto da skethc comici, balletti, canzoni, senza conduttore/presentatore.
«L'idea sostanziale di Non Stop, decisamente rivoluzionaria rispetto ai canoni tradizionali imposti dal varietà sino ad allora, è quella di istituire un programma che non prevede la figura del conduttore/presentatore, lasciando completamente la scena ad una sequenza ininterrotta e caotica di cabaret, musica e ballo e mantenendo comunque, in modo originale ed inedito, una certa continuità. L'unità del contenitore viene quindi garantita dalle esibizioni comiche, collegate da balletti o canzoni, dalle scenografie, sgargianti ed aggressive sia dal punto di vista cromatico che cinetico e da un ritmo incalzante, adeguato alle nuove abitudini del pubblico e dettate principalmente dall'introduzione del telecomando e del conseguente zapping. Questo tipo di format darà luogo ad una serie illimitata di imitazioni, prima fra tutte quella del successivo Drive In di Antonio Ricci. Giancarlo Magalli crea la formula definitiva e, assieme al giornalista appassionato di cabaret Mario Pogliotti, valuta una serie di giovani esordienti, scoperti nel teatrini off sparsi per l'Italia, attingendo in modo uniforme da tutte le regioni. Ospite di una puntata è un giovanissimo Pino Daniele. Tra gli ospiti fissi dei momenti musicali si devono ricordare i jazzisti Franco Cerri e Nicola Arigliano e la cantante indiana Asha Puthli. Non Stop diviene subito una trasmissione cult, assunta a mode!lo di una nuova comicità e di un nuovo modo di fare televisione» (“Mondo Niovo 18-24 ft/s” n. 1, 2008).
«Punto di svolta […] è stato Non stop (1977) del geniale Enzo Trapani, instancabile e coraggioso sperimentatore. A Non stop i monologhi si alternavano alle canzoni, ai balletti e ai numeri di attrazione, senza un conduttore. I comici erano tutti esordienti in televisione, la loro scelta era frutto di un lungo lavoro di ricerca svolto da Bruno Voglino e molti di loro divennero in seguito famosi e importanti (Massimo Troisi, Carlo Verdone, Francesco Nuti, Jerry Calà). Enzo Trapani chiese e ottenne di averli a disposizione per tutto il periodo delle riprese in modo che facessero a turno gli spettatori per i colleghi che si esibivano, mescolati alle cinquanta giovani comparse che erano parcheggiate fuori dallo studio fino alla registrazione finale affinché le loro risate suonassero autentiche e non mixate in post produzione. Nella scia tracciata dalle due serie di Non stop si sono mossi in molti, primo fra tutti il Drive in (1983-'88) di Antonio Ricci» (B. Gambarotta, in D. Aloi, G.P. Caprettini, A. Gedda, a cura, Una TiVù da ridere, Ananke, Torino, 2004).
« Non stop nacque nel primo periodo successivo alla Riforma Rai, un momento particolare nel quale gli autori televisivi si occupavano quasi esclusivamente di sperimentazione innovativa, sia nel linguaggio che nel format. L'idea sostanziale, decisamente rivoluzionaria rispetto ai canoni tradizionali imposti dal varietà sino ad allora, fu istituire un programma che non prevedesse la figura del conduttore/presentatore (ritenuto in passato fondamentale, anche per garantire coerenza ai contenuti trasmessi), lasciando completamente la scena ad una sequenza ininterrotta e caotica di cabaret, musica e ballo e mantenendo comunque, in modo originale ed inedito, una certa continuità (da qui il sottotitolo apparentemente enigmatico ballata senza manovratore). L'unità del contenitore (e del messaggio) veniva quindi garantita dalle esibizioni comiche, collegate da balletti o canzoni, dalle scenografie, sgargianti ed aggressive sia dal punto di vista cromatico che cinetico (per sfruttare appieno, nel caso della seconda serie, il nuovo sistema a colori PAL) e da un ritmo incalzante, adeguato alle nuove abitudini del pubblico e dettate principalmente dall'introduzione del telecomanda e del conseguente zapping. […] Durante la prima serie, per rafforzare il concetto di staffetta, viene introdotto un curioso e piccolo pupazzo simile, appunto, al testimone utilizzato nella corsa tradizionale. Tale oggetto viene passato di mano in mano agli artisti che si esibiscono in quel momento sullo schermo. Oltre al formato (forse per la prima volta un varietà televisivo era progettato senza particolari riferimenti agli schemi tipici del teatro, ma anzi il ritmo e l'incedere erano pensati specificatamente per il media televisivo), il successo del programma fu dovuto anche alla presenza di un nutrito gruppo di giovani comici e cabarettisti in gran parte esordienti. […] 'idea di realizzare un programma dedicato a nuovi talenti fu di Pippo Baudo, che la suggerì al dirigente Rai Bruno Voglino. Questi incaricò in un primo momento dell'ideazione della trasmissione l'autore Marcello Marchesi, ma la sua idea non piacque. In un secondo momento l'incarico venne affidato a Giancarlo Magalli che ne ideò la formula definitiva e, assieme al giornalista appassionato di cabaret Mario Pogliotti, valutò una serie di giovani esordienti, scoperti nei teatrini off sparsi per l'Italia, attingendo in modo uniforme da tutte le regioni. Per molti di loro fu l'inizio di una fortunatissima carriera. La regia venne affidata in un primo momento ad Antonio Moretti che, ad un mese dall'ingresso in studio, rinunciò e venne sostituito da Enzo Trapani che inserì come coautore il paroliere Alberto Testa. Non Stop divenne subito una trasmissione cult, assunta a modello di una nuova comicità e di un nuovo modo di fare televisione. Il merito va sicuramente agli autori, tra i quali spicca il regista Enzo trapani, coadiuvati - per quello che riguarda i testi - da un promettente Giancarlo Magalli. Dal punto di vista dei contenuti, oltre alla straordinaria abilità di tutti i comici selezionati, si devono ricordare alcune felici intuizioni surreali, come i "comizi" completamente inventati da Corrado Lojacono, la mimica facciale di Jack La Cayenne (che nella sigla d'apertura si mette in bocca una tazza da cappuccino o una brioche intera), i tre pompieri clowneschi (uno sovrappeso, un nano e uno smilzo, divenuti nel tempo simbolo della trasmissione) ed il coro operistico che intona il Va pensiero. Il tutto si svolgeva in ambienti coloratissimi, nei quali regnava sovrana un'allegra anarchia con tutti i personaggi posti al medesimo livello (mancando una figura gerarchicamente superiore, come appunto il conduttore). Non stop, da questo punto di vista, assieme ad altre trasmissioni dei tardi anni settanta (come Stryx, Odeon. Tutto quello che fa spettacolo o L'altra domenica) rappresentò efficacemente e compiutamente l'epoca rivoluzionaria ed innovativa in cui è stata concepita» ( http://it.wikipedia.org/wiki/Non_stop).
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