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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Pirata! (Cult Movie)
Italia, 1984, 35mm, 95', Colore


Regia
Paolo Ricagno

Soggetto
Paolo Ricagno, Valentino Schiavone

Sceneggiatura
Paolo Ricagno, Valentino Schiavone

Fotografia
Claudio Meloni

Musiche di repertorio
Jo Squillo, Kirlian Camera, Gaznevada

Montaggio
Paolo Ricagno

Scenografia
Fausto Bonoveri

Aiuto regia
Alberto Signetto

Interpreti
Luisella Ciaffi, Augusto Ferrari, Jo Squillo, Gloria Ferrero, Nadia Ferrero, Ugo Gregoretti, Paolo Ricagno, Carlo Sartori, Aldo Scaini



Produzione
Paolo Ricagno, Valentino Schiavone, Alessandro Signetto per Cooperativa Finzioni

Note
Nulla osta numero 85.039 del 27.9.1989; 2.555 metri.
Film girato inizialmente in 16mm e poi gonfiato a 35. È stato proiettato a Venezia (sezione “De Sica”) nel 1984 ed è uscito nelle sale nel 1989, vietato ai minori di 18 anni.
 
Locations: Torino.
 
Premio Film cooperativo alla Mostra del Cinema di Venezia del 1984.




Sinossi
In un ipotetico futuro, il Sognatore Supremo modella i comportamenti della gente tramite il network “Cappello dei sogni”. Il suo dominio è minacciato da un imprenditore ribelle, il Pirata, che compie un attentato al centro di trasmissione del network, rovescia il Sognatore Supremo e si sostituisce a lui, imponendo però una dittatura simile a quella del suo predecessore.





«Ha scritto il soggetto, lo ha sceneggiato, diretto, interpretato. Del suo film l’esordiente del giorno, Paolo Ricagno, torinese classe 1957, è anche produttore e, come se non bastasse, ne firma il montaggio. A sentirlo parlare di sé e del suo Pirata! il musical rock con il quale ha ieri debuttato nella sezione nuovi talenti “Venezia De Sica”, Ricagno sembrerebbe anche pronto ad incoronarsi da solo leone d’argento dell’anno (se la “miopia” dei saggi di Venezia non avesse escluso gli italiani del gruppo “De Sica” dall’attribuzione del premio...). Paolo Ricagno, dunque. E, sullo schermo giovane della Mostra ‘84, ecco il film, questa volta davvero a basso costo, di un torinese tanto fiero di aver realizzato, finalmente, un film al di sopra del fatidico parallelo di Cinecittà. E di aver avuto la fortuna di mettere insieme nonostante l’assenza di Cinecittà una troupe estremamente professionale e tutta nordica dove, dice ironicamente, “il più terrone è un attore bolognese...”. Del suo Pirata! dice, come del resto recitano le note informative del press book che è un film “innanzitutto divertente, avventuroso, comico: perché crediamo” spiega “che si possa essere divertenti essendo culturalmente significativi. Anzi, che lo si debba”. Viva la modestia. Il film, del resto, è un prodotto ispirato dalla nuova cultura: “c' è dentro”, dice Ricagno, “la civiltà della televisione come quella del fumetto, c’è il rock e il videogame, ci sono la sinteticità, la velocità, l’aggressività della cultura di oggi”. […] Un film che ha praticamente bandito la parola: “i dialoghi sono solo due” spiega Ricagno “immagine e musica sostituiscono infatti la parola come avviene nell’opera, ad esempio. O in alcuni musical che in qualche modo considero in sintonia con Pirata!, Il fantasma del palcoscenico, per esempio. O The Rocky Horror Picture Show, piuttosto che Blues Brothers”. Le canzoni, in questo senso, sono molto importanti nel film. Non solo per la musica, ma per i testi, tutti rigorosamente italiani e inediti, composti per l’occasione con la collaborazione di Ricagno. Li interpretano nomi già d’oro del rock italiano: come gli Art Fleury e Jo Squillo, i Gaznevada, i Great Complotto. Con loro, ci sono “guest stars” come Ugo Gregoretti, che interpreta il ruolo dell’odioso Sognatore Supremo, e nella parte del giornalista televisivo Carlo Sartori, massmediologo e da qualche tempo responsabile delle relazioni esterne della Mondadori. “Nel cast, c’è anche mia madre” confessa Paolo Ricagno. E infatti a Luisella Ciaffi mezzosoprano, - che è appunto sua madre - il regista ha affidato nel film la parte, importante, e interamente cantata della madre di Pirata. “Un omaggio a mia madre, e un omaggio all’opera” dice Ricagno. Ma Pirata! è anche un esperimento produttivo particolare molto lontano da film quasi miliardari con i quali convive sotto l’etichetta di “Venezia De Sica”. “Tutto questo costa solo trecento milioni” dice il regista “e il nostro è uno dei pochi film per così dire realmente ‘liberi e selvaggi’ di questa Mostra e di questa sezione tanto contestata. E non mi sembra davvero giusto” dice Ricagno “che proprio quei critici decisi, almeno a parole, a difendere le sorti del prodotto nazionale, abbiano aperto il fuoco qui a Venezia sui prodotti più giovani del cinema italiano”» (L. Delli Colli, “la Repubblica”, 31.8.1984).
 
«Altro film mancato per la confusione con la quale è realizzato e per molto velleitarismo è Pirata! del torinese Ricagno. Il tema è quello del condizionamento televisivo che serve ai politici per realizzare il proprio dominio» (P. Micalizzi, “Il Resto del Carlino”, 5.9.1984).
 
«Pirata! (Cult Movie) di Paolo Ricagno e Il ragazzo di Ebalus di Giuseppe Schito sono ex-aequo i vincitori del "Premio Venezia 84 - Film cooperativo" assegnato ieri dalla Lega e dall’Associazione nazionale della cooperazione culturale e, quest’anno per la prima volta, dalla Sacis. Il premio, che ha tre anni, consiste in contributo economico (dieci milioni in tutto) e nella possibilità di un inserimento dei film vincitori sul mercato cinematografico. Sia Pirata! che Il ragazzo di Ebalus entreranno in questo caso a far parte del listino Sacis accanto a prodotti di altissimo livello produttivo, come Cristoforo Colombo di Lattuada o Kaos dei Taviani. La giuria presieduta da Nino Neri ha premiato Pirata! come “esperimento interessante” per i mezzi che il regista ha usato» (“la Repubblica”, 7.9.1984).
 
«Nel 1982 Paolo Ricagno realizza a Torino Pirata! (Cult Movie), interpretato da Jo Squillo e presentato poi alla Mostra di Venezia. È il primo esperimento in Italia di un film concepito con tecniche derivate anche dai videoclip, che proprio in quegli anni stanno ottenendo un grande successo. Le scene del film di Ricagno (che oggi è insegnante al conservatorio di Novara) vengono realizzate nottetempo e il suo collaboratore Alberto Signetto (oggi regista) ricorda in particolare un divertente episodio avvenuto in largo Belgio, nel quartiere Vanchiglia, dove era ambientata una lunga sequenza. La lavorazione aveva conosciuto momenti difficili soprattutto a causa di una scena con due ragazze nude in una macchina, che aveva attirato un folto gruppo di sfaccendati guardoni pronti anche a strisciare nel fango dei giardinetti pur di assistere all’insolito e (forse) eccitante spettacolo. La zona era stata isolata dal traffico per esigenze di regia ma alle tre di notte, forse proprio a causa della fatica occorsa a contenere i guardoni, una macchina inavvertitamente si ferma proprio dove si sta per girare l'ultimo ciak. Tocca a Signetto recarsi dall'autista dicendogli: “Devi spostarti, stiamo girando un film”. Il ragazzo dice: “Va bene”; poi, siccome è con una ragazza, vuole fare un gesto di sfida e con aria sarcastica chiede: “Quanto tempo ho?”. Alberto Signetto, esibendo la sua stazza fisica non comune, si avvicina al finestrino e guardandolo dritto negli occhi sibila: “Trenta secondi”. Il ragazzo smette immediatamente l’aria di sfida e si allontana rapidamente con la macchina nella notte torinese» (S. Della Casa, “La Stampa/TorinoSette”, 13.10.1997).
 
«Parabola surreale dal ritmo frenetico tipico del videoclip, il film mostra un’estetica che è ben nota a chi frequenta le discoteche allora in voga in città, il Big e lo Studio2. [...] Titolo forte e ottimo sul piano pubblicitario, cast molto à la page (spicca la presenza di Jo Squillo, allora cantante trasgressiva prima di diventare maggiorata in coppia con Sabrina Salerno), estetica volutamente post moderna. Presentato a Venezia nel 1984, uscita fugace nelle sale. Andrebbe rivisto oggi: all'epoca, il prodotto italiano era ai minimi storici, e non si sa se l'unico film di Paolo Ricagno sia andato male in conseguenza di questo fatto o ne sia tra le cause» (S. Della Casa, Miracolo a Torino, La Stampa Editrice, Torino, 2003).


Scheda a cura di
Giusy Cutrì

Persone / Istituzioni
Paolo Ricagno
Claudio Meloni
Alberto Signetto
Ugo Gregoretti


"signetto"
Alberto Signetto
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