Altri titoli: The Queens of Swing, Les reines du swing
Regia Maurizio Zaccaro
Soggetto Maurizio Zaccaro, Laura Ippoliti, Gabriele Eschenazi
Sceneggiatura Maurizio Zaccaro, Laura Ippoliti
Fotografia Fabio Olmi
Musica originale Teho Teardo
Suono Marco Di Biase
Montaggio Babak Karimi
Scenografia Marco Dentici
Costumi Simonetta Leoncini
Trucco Stefania Santinelli
Aiuto regia Lorenzo Molossi
Interpreti Andrea Osvart (Andrea Klara Leschan), Lotte Verbeek (Judith Leschan), Elise Schaap (Kitty Leschan), Giuseppe Battiston (Pier Maria Canapa Canapone), Gianni Ferreri (Gennaro Fiore), Sylvia Kristel (Eva de Leeuw), Sergio Assisi (Ernesto Parisi), Maurizio Marchetti (Mario Ferrante), Roberto Mantovani (Aaron de Leeuw), Stefano Scandaletti, Giorgio Bongiovanni (Pippo Barzizza), Federico Tolardo (Piero Rovelli), Marco Imparato (Carlo), Alfonso Postiglione (commissario D’Elia), Marina Massironi (Aldina)
Casting Loredana Scaramella, Stefano Oddi, Sara Patti, Marcello Sesto
Direttore di produzione Mauro Maggioni
Ispettore di produzione Francesco Pappalardo, Stefano Carbutti
Produzione Mirco Da Lio e Paola Foffo per Rai Fiction, Luca Barbareschi per Casanova Multimedia
Distribuzione Rai Fiction
Note Da un’idea di Gabriele Eschenazi; assistente operatore: Fabio Lanciotti; assistente video: Valerio Sacchetto; fotografo di scena: Bepi Caroli; suono in presa diretta; microfonista: Adriano Di Lorenzo; assistente al montaggio: Mario Indelicato; assistente scenografo: Gretel Fatibene, Briseide Siciliano; arredamento: Massimo Pauletto; assistente costumista: Emanuela Naccarati; sarte: Sara Pantusa, Cristiana Fabris; parrucchiere: Samuele Miccoli; assistente alla regia: Paolo Bartoli; altri interpreti: Beppe Rosso (Venezia), Gualtiero Burzi (Gorni Kramer), Pierluigi Corallo (Mario Panzeri), Fabrizio Palma, Hary Prinz (ufficiale delle SS); Alessandro Bertolucci (Giuseppe Funaro), Giulio Cantello (Alvise), Tatiana Lepore (Adele De Leeuw), Kai Portman (Alexander Leschan), Alessandro D’acrissa (Emilio Livi), Mario Brusa (funzionario di banca), Adolfo Fenoglio (avvocato), Andrea Barattin (Albino Ballabio), Marco Viecca (cmandante partigiano), Piercarlo Gozzellino (creografo del Teatro Regio di Torino), Franco Barbero (parroco di Mondovì), Enzo Giraldo (funzionario fascista), Lucia Gravante (Marisa Calenda, giornalista), Daniela De Pellegrin (acquirente della casa), Josè Luis Puertas (presentatore argentino), Alessandro Lombardo (trombettista), Gian Luca Gambino (Alberto Rabagliati); cantanti doppiatrici del Trio Lescano: Viviana Dragani, Flavia Barbacetto, Angelica Dettori (Trio vocale Blue Dolls);.segretaria di edizione: Katia Tanzilli; segretario di produzione: Gianni Pace; organizzatore generale di produzione: Antonio Stefanucci; location manager: Stefano Masera; coordinatrice: Arianna Trono; amministratore: Franco Gianni.
Locations: Torino (Parco del Valentino, piazza Castello, via Buozzi, via Lagrande, via Verdi, Grand Hotel Principi di Piemonte, Cavallerizza, Teatro Carignano, Carceri Nuove, Roma (Cinecittà)
Miniserie televisiva in due puntate (di 100’ ognuna) trasmessa da RaiUno domenica 27 e Lunedì 28 Settembre 2010.
Realizzata con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte
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Sinossi
Durante il fascismo tre sorelle olandesi, Alexandra, Judith e Kitty Leschan, tentano d'imporsi nel mondo della musica leggera. Dopo vari tentativi, grazie al loro accento straniero, la casa discografica Cetra le seleziona. L'Eiar, che in un primo momento le aveva scartate, torna sui suoi passi e le riconquista con un contratto superiore alla casa concorrente. Le ragazze, costrette ad italianizzare il loro nome in Lescano, cominciano ad incidere i primi dischi e diventano il trio vocale più ascoltato d'Italia. Nascono così successi memorabili come C'è un'orchestra sincopata, Tulipan, Maramao perché sei morto e tanti altri. Ma nonostante il successo e la notorietà le tre sorelle, a causa dell'origine ebraica della madre, vengono cancellate da ogni programma radiofonico, liquidate dall'Eiar e arrestate dai nazifascisti.
Dichiarazioni
«Fare un film sul trio Lescano, le ragazze dello swing italiano degli anni 30/40, è stata una scommessa non facile, soprattutto per la carenza d'informazioni reperibili sul loro conto nonostante storici e musicologi si prodighino tuttora nelle ricerche. Fra questi, colui che mi ha dato l'idea per proporre e realizzare questo progetto, Gabriele Eschenazi, che (per mestiere e per passione) ha cercato di colmare la lacuna raccogliendo tutto il materiale possibile per ricostruire, in un libro per Einaudi, la loro storia a partire dal ramo materno della famiglia, quello ebraico, sterminato quasi interamente ad Auschwitz. Infatti in Italia ben pochi sanno che le Lescano, pur facendo parte della memoria nazional popolare della canzone, erano figlie di madre ebrea e che non erano nemmeno italiane bensì olandesi: Alexandra, Judith e Kitty Leschan. Ma per fare due serate di televisione non bastano poche informazioni, il più delle volte contraddittorie fra loro: occorre (pur ispirandosi a fatti realmente accaduti) adattare con originalità e scrivere con un pizzico di "libera immaginazione" a partire proprio da loro, le sorelle Lescano, nella realtà molto più modeste delle tre splendide ragazze, Andrea, Lotte ed Elise, che le interpretano nel film. Le ragazze dello swing si colloca esattamente qui, a metà strada, come dice il Manzoni, fra il “VERO STORICO e il VERO POETICO, cioè di due tipi di vero, due modi di rappresentare il vero e il verosimile" in modo da rendere una storia, pur complessa che sia, comprensibile a tutti anche se affonda le sue radici nella leggenda. E infatti, con un balzo azzardato dal Manzoni a John Ford, il passaggio dalla realtà alla leggenda è breve: non a caso il grande regista americano fa pronunciare una delle più famose battute mai scritte per il cinema al giornalista di L'uomo che uccise Liberty Valance: "Se la leggenda diventa realtà, stampa la leggenda". Con Le ragazze dello swing raccontiamo una leggenda, la "stampiamo" sulla pellicola, la sveliamo e al tempo stesso mostriamo la realtà dell’epoca in cui il Trio Vocale Sorelle Lescano consumò la sua veloce traiettoria artistica e personale. In poche parole, se le loro indimenticabili canzoni hanno dato, nel tempo, corpo a questa leggenda, in egual misura la drammatica epoca in cui sono vissute precede e da corpo alla realtà. Le Lescano erano portatrici dei valori di quel mondo, erano le "mascotte" del regime, "le tre grazie del microfono" ma erano anche tre fanciulle come tante, con i loro turbamenti, gli amori e tutte le paure e le insicurezze che, nonostante fama e agi, si accompagnano a quell'età. Tutto il resto è lontano, quasi cancellato dal tempo» (M. Zaccaro, www.fctp.it, 2010).
«[Le sorelle Lescano] avevano uno swing eccezionale per l'epoca, cantavano dei motivetti apparentemente semplici che tenevano insieme grazie a una musicalità portentosa. Stornelli e facili filastrocche venivano esaltate dalla composizione delle loro voci che armonizzavanoin modo sorprendente. Diventarono un'istituzione. Oggi ci sono gruppi che le imitano. Io tenni abattesirno le Boop Sisters e ora si celebrano le Blue Dolls che hanno dato swing al Trio Lescano della fiction e che ho presentato in concerto a Torino e a Modena. Il trio Lescano ci aiutò a “baipassare” la guerra assieme a quello scavezzacollo di Rabagliati. Il loro è un vintage che sta tornando di moda, vedi le Marinetti e le Sorelle Bandiera, come del resto tutto il vintage musicale» (R. Arbore, “La Stampa”, 16.9.2010).
Scheda a cura di Franco Prono
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