Tre ragazzi si imbattono in una lapide posta in memoria di un partigiano ucciso qualche giorno prima della Liberazione: Vittorio Colombo. Si accende in loro il desiderio di saperne di più, attraverso i luoghi e le persone che lo hanno conosciuto. Si muovono leggeri e disinvolti in una realtà completamente diversa da quella dell’occupazione nazifascista, portatori ed interpreti, più o meno consapevoli, del “senso di libertà”. Vittorio Colombo diventa, così, sempre più reale e non sarà più solo un nome inciso nel marmo.
«Abbiamo raccontato un episodio poco conosciuto della Resistenza cercando di renderlo attuale: per questo sono i bambini di oggi ad essere protagonisti della vicenda» (E. Omodeo Salè, Dichiarazione inedita).