«Il corto è pensato come sequel di Eraserhead di David Lynch e come Eraserhead è in bianco e nero. Fu girato in Super8 e poi montato in U-matic, ricorrendo ad effetti che “sporcavano” l’immagine. Film molto onirico, con luoghi che sono volutamente non riconoscibili e nonluoghi: immagini di una Torino industriale» (M. Gasparino, Dichiarazione inedita).