Altri titoli: Maschi vs femmine
Regista Fausto Brizzi
Soggetto Fausto Brizzi, Marco Martani, Massimiliano Bruno, Valeria Di Napoli
Sceneggiatura Fausto Brizzi, Marco Martani, Massimiliano Bruno, Valeria Di Napoli
Fotografia Marcello Montarsi
Operatore Alessandro Bolognesi
Musica originale Bruno Zambrini
Suono Marco Fiumara
Montaggio Luciana Pandolfelli
Costumi Monica Simeone
Trucco Federico Laurenti, Marta Roggero
Aiuto regia Alessandro Pascuzzo
Casting Costa e Loreti
Ispettore di produzione Giovanni Ledda, Stefano Masera
Produttore esecutivo Gianni Saragò
Scenografia Maria Stilde Ambruzzi
Direttore di produzione Francesco Merolle
Arredamento Roberta Amodio
Interpreti Paola Cortellesi (Chiara), Fabio De Luigi (Walter), Sarah Felberbaum (Francesca), Chiara Francini (Marta), Lucia Ocone (Monica), Francesco Pannofino (Vittorio), Alessandro Preziosi (Diego), Paolo Ruffini (Ivan), Carla Signoris (Nicoletta), Nicolas Vaporidis (Andrea), Giorgia Würth (Eva), Laura Barriales (Ramona), Metis Di Meo (Tatiana), Giuseppe Cederna (Renato), Nancy Brilli (Elena)
Produzione Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film
Distribuzione 01 Distribution
Note Assistenti operatori: Maurizio Cremisini, Daniele Dionisi; operatore steadycam: Alessandro Bolognesi; aiuto operatore: Emiliano Bambusi; secondo aiuto operatore: Livio Montarsi; fotografo di scena: Simone Martinetto; consulente fotografa: Maria Vernetti; brani musicali: Hey, Soul Sister dei Train, I will survive di Gloria Gaynor, Maschi contro femmine di Francesco Baccini, Sunny Girl di BioZero; assistente al suono: Diego De Santis; montaggio del suono: Daniela Bassani; assistente scenografo: Morena Trevisiol; assistente arredatrice: Serena Peirasso; assistenti ai costumi: Elena Minesso, Francesca Calzola; sarte: Alessia Caccialupi, Elena Pascaniuc; aiuto costumi: Sara Giovene; capo parrucchiera: Claudia Catini; parrucchiere: Michele Giuliani; secondo aiuto regia: Chiara Della Longa; assistente alla regia: Eleonora Ceci; altri interpreti: Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Emilio Solfrizzi, Daniel McVicar, Maurizia Cacciatori, Francesca Piccinini, Massimiliano Bruno, Luca Calvani; casting torinesi: Sara Patti, Luana Velliscig, Elide Albertinotti; ; storyboard: Angelo Licata; maestro d’armi: Franco Maria Salaman; coreografa e assistente casting: Tatjana Callegari; segretario di edizione: Elide Cortesi; location manager: Federico Mazzola; coordinatrice di produzione: Rita Tamantini; segretario di produzione: Alberto Carmignani, Stefano Francabandiera, Gianni Pace; produttore delegato per Italian International Film: Giulio Steve; collaborazione alla produzione: Rai Cinema.
Locations: Torino (piazza Bodoni, Sermig), Novara (Palazzetto dello sport), Ancona.
Film realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
Il film è la prima parte di un dittico a cui appartiene anche Femmine contro maschi.
Sinossi
Una frase di Massimo Troisi, su sfondo nero, apre il film: “Io credo che, in particolare, un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro”. Fausto Brizzi mette in scena una commedia in cui ragiona sul rapporto conflittuale tra “maschi” e “femmine” attraverso quatto storie: Fabio De Luigi, allenatore di pallavolo e neopadre, tradisce sua moglie Lucia Ocone con una sua giocatrice, Giorgia Wurth; Alessandro Preziosi, trentenne collezionista di donne, si innamora della sua vicina “fricchettona” Paola Cortellesi; una donna di mezza età, Carla Signoris, scopre il marito con una giovane amante; Nicolas Vaporidis e la sua amica Chiara Francini, lesbica, si innamorano della stessa ragazza e fanno a gara per conquistarla.
Dichiarazioni
«Abbiamo lavorato con Pulsatilla, chiacchierando tanto e mettendo insieme un sacco di materiale. Tanto che alla fine abbiamo deciso di fare due film. Li abbiamo girati insieme, e se nel primo fanno una figuraccia i maschi, nel secondo ettiamo alla berlina le donne. Nel primo film ci sono attori che recitano in ruoli marginali, mentre saranno protagonisti nel secondo. Viceversa per i protagonisti di questo primo film, che nel secondo avranno ruoli più piccoli» (F. Brizzi, http://www.close-up.it/spip.php?article6251).
«Accade anche in Ex, l’inizio è molto cinico e poi, man mano, subentra il romanticismo, ma con delle contraddizioni, perché, come dice una famosa canzone: “gli uomini non cambiano”. In Ex il titolo era una provocazione, in effetti il film parlava d’amore […] gli ultimi cinque secondi di film sono feroci. Quando la bella favola di uno degli episodi viene smentita, intendo proprio che gli uomini non cambiano. Come per dire “care femmine avevate pensato di aver trovato l’uomo ideale, ma gli uomini non cambiano. I difetti che ha fatto finta di non aver avere – per portavi a letto – li avrà sempre”. Nella stesura della sceneggiatura abbiamo caratterizzato tutti gli elementi negativi dei maschi visti con gli occhi delle femmine. Declinazioni negative che spesso sono anche divertenti. […] Gli uomini tentano di applicare alle donne un modo di ragionamento diverso dal loro, senza riuscirci, perché c’è incompatibilità di pensiero. Gli uomini pensano che le donne siano esseri inferiori, e le donne altrettanto degli uomini. È impossibile far ragionare una donna come un uomo, e viceversa. […] Il film è stato scritto da tre uomini e una donna, e in nove mesi di scrittura sono nate non poche discussioni sulle storie raccontate, che rivelano quanto siano realmente diversi i punti di vista femminili e quelli maschili. […] In questo film vincono le donne, in Maschi contro femmine, perché suscitano più simpatia. Nel secondo film c’è una rivincita, perché i difetti delle donne sono più evidenti. Ma alla fine c’è un pareggio. […] Ahimè mi identifico molto nel personaggio che è stato di Paolo Ruffini. Nel senso che Paolo in questo film è il punto di unione di varie trame. Vive con Nicolas ed è quello che non vuole crescere, che si occupa di mille attività, ma nessuna di questa è la realizzazione piena di sé stesso, fa un sacco di cose. In questo personaggio mi ritrovo molto» (F. Brizzi, www.maschicontrofemmineilblog.it/2010/10/lintervista-a-fausto-brizzi-00611.php).
«Gli uomini spesso hanno paura dei sentimenti, paura di mettersi in gioco, e poi l'universo femminile non è facile. Il mio è il personaggio di un uomo intelligente, in cui conta la sostanza e non solo l'apparenza» (G. Cederna, “La Stampa”, 23.10.2010).
«Brizzi rispolvera la struttura del film a episodi già imbastita in Ex. Si affida a un cast, piuttosto affiatato per la verità, da “cinema medio d’autore”. Qui però, sotto le pretese da commedia brillante, pigia a tavoletta sul pedale delle barzellette coatte, spesso misogine, solo a volte divertenti. Un po’ Zelig, un po’ pochade, un po’ cartoon, un po’ sit-com Tv seriale. Pare una sorta di cinepanettone travestito da cinebrioche, un dolce in grado di attirare ogni stomaco italiano e non solo lo spettatore che va al cinema a Natale o Santo Stefano. Attrae lo stomaco di destra, di sinistra, di centro, o che non vota. Non a caso, nella prima settimana la pellicola ha incassato quasi sei milioni di euro. L’episodio migliore è quello con gli universitari fuori sede Vaporidis-Ruffini-Francini. Forse Brizzi è ancora oggi più adatto ai racconti giovanili. Per il resto viene da chiedersi come sia possibile che i registi e gli sceneggiatori italiani contemporanei si confrontino, al pari della televisione, solo con la commedia che celebra questo come il migliore dei mondi possibili. Sghignazza su corna, problemi erettili, erotomania nostrana, collezionisti di tanga, ossessione per il corpo sodo. Assolve tutto e tutti. Quelli che si rifanno e quelli che non si rifanno. In fondo siamo tutti buoni, simpatici, e sempre pronti a far pace. Nel frattempo il mondo fuori, specie italiano, regredisce a ritmo inarrestabile di bunga bunga. In apertura si cita pure Massimo Troisi. L’attore e regista napoletano però, anche quando parlava d’amore e di lotta fra i sessi, sapeva essere allo stesso tempo maledettamente divertente e tragico. Non c’era rimozione del dolore, dell’amarezza, della realtà. Nel cinema dei “telefonini bianchi” di oggi la morale finale sembra invece il vacuo, assolutorio quanto surreale motto defilippiano (nel senso di Maria): “l’importante è essere sé stessi”» (L. Barnabé, “Duellanti” n. 66, novembre 2010).
«Dopo i maturandi di Notte prima degli esami e i disperati di Ex, Fausto Brizzi insiste sulla commedia corale per raccontare stavolta il conflitto atavico tra i sessi e inaugura con Maschi contro femmine un’anomalia distributiva senza precedenti: prima parte di un dittico completato da Femmine contro maschi, il film è distribuito da 01, mentre il successivo sarà portato in sala da Medusa. È forse questo l’unico, vero tratto distintivo di un’operazione che, almeno per il momento lascia più di qualche perplessità e ben poco da ricordare: l’intreccio delle vicende […] annoia dopo poco e lo sviluppo del racconto è talmente prevedibile da sovrastare anche i pochi momenti davvero divertenti» (V. Sammarco, “Rivista del Cinematografo“ n. 11, novembre 2010).
«Prima l'uovo o la gallina? Ovvero è stato il libro Maschi contro femmine (Mondadori), firmato a quattro mani dal Brizzi di Ex e la scrittrice Pulsatilla, a ispirare il film (cosceneggiato con Martana e Bruno), o il contrario? In ogni caso il volumetto - concepito come uno spiritoso breviario dei motivi per cui i due sessi, pur geneticamente creati per accoppiarsi, sono destinati a perpetua incomprensione - rappresenta, diluito in pillole drammaturgiche, il materiale sul quale si basa il piccolo girotondo in scena sullo schermo. Nei panni di un gruppetto di uomini e donne a vario titolo relazionati che si tradisce, si scontra e (magari) si ritrova, gli interpreti (da De Luigi a Cederna, dalla Cortellesi alla Signoris, da Preziosi alla Francini) sono intonati e qualche situazione è divertente, ma personaggi e dialoghi restano piatti e l'insieme ha il tono-insapore e blando di una sitcom tv» (A. Levantesi, “La Stampa”, 29.10.2010).
«Prima parte di un dittico (ma è usare una parola grossa), cui seguirà un Femmine contro maschi: una compilation di variazioni più o meno stereotipate sui rapporti tra i sessi. Prevalgono le corna, ma c' è posto per omosessualità maschile e femminile, impotenza e altro. In una delle sue fasi, la commedia all' italiana moltiplicò gli episodi, affidandoli a due o più attori come Gassman, Tognazzi, Manfredi. Qui però siamo all'inflazione (chiamatela “coralità”, se vi pare...); praticamente Brizzi non si fa mancare una sola faccia popolare tra quelle circolanti, magari in parti minuscole: dal “suo” Vaporidis a Bisio, dalla Littizzetto a Preziosi, Cortellesi eccetera» (R. Nepoti, “la Repubblica”, 30.10.2010).
«Forse a Fausto Brizzi vengono male i film pari. All'esordio, nel 2005, aveva azzeccato il simpatico Notte prima degli esami, malamente replicato l'anno dopo dalla deludente puntata bis. Terza commedia nel 2008 e altro centro con il sorprendente Ex. Ed ecco ora il gracilissimo Maschi contro femmine, numero quattro nella breve filmografia del quarantaduenne regista romano, peraltro cinepanettonista di lungo corso come sceneggiatore. La statistica è certo azzardata ma avrà comunque una pronta verifica a San Valentino, data d'uscita di Femmine contro maschi. Speriamo bene. Detto fra noi Maschi contro femmine è così loffio e prevedibile da far tenerezza, una storiella sentimentale divisa in quattro siparietti in qualche modo collegati, spiritosa soltanto nelle intenzioni. Tradotto: si ride pochissimo. […] Se il primo episodio è quasi passabile, il terzo è al di là del bene e del male, gli altri non raggiungono la sufficienza. Meglio i tanti protagonisti, tra cui s'infiltrano Bisio, la Littizzetto, Solfrizzi e la Brilli. In scena troppo poco per essere fischiati» (M. Bertarelli, “Il Giornale”, 29.10.2010).
«Fausto Brizzi is back con il back to back ovvero è riuscito, come Peter Jackson con Il Signore degli anelli, a girare due film di seguito che poi farà uscire sfalsati nel tempo. Il primo è Maschi contro femmine, collage di passioni litigarelle tra uomini e donne sulla falsa riga dei Manuale d'amore di Veronesi. Ma con meno seriosità. Brizzi è bravo. Lo sappiamo. Potrebbe fare di più. Sappiamo pure questo. Il film ha alti e bassi ma per quanto riguarda l'ormai collaudata formula del kolossal corale nazionalpopolare, che tratta i moti del cuore come argomento da talk show, il risultato è più che discreto. C'è qualche guizzo cinematografico (momenti di animazione, personaggi che parlano sott'acqua con le nuvolette dei fumetti) e Preziosi e Cortellesi sono molto carini da veder bisticciare» (F. Alò, “Il Messaggero”, 29.10.2010).
Scheda a cura di Luisa Izzo
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