«Possono le “cose” avere un’anima? La risposta di Davide Chiarle è sì. Nel suo cortometraggio di sei minuti ci mostra infatti l’anima ancora viva e pulsante degli stabilimenti Nebiolo di Torino e lo fa attraverso un bianco e nero carico di tensione emotiva. Le inquadrature sono documentaristiche, la successione è da archivista di immagini, ma il risultato non è affatto freddo, grazie al ritmico battito delle macchine che un tempo resero “vivi” gli stabilimenti. L’eco di questa vita è presente nelle piante e nel verde che hanno invaso i muri di ogni stanza, le note primarie che si odono all’esterno ricordano che la materia è sì statica, ma che sa essere anche estremamente animata se le si sa guardare attraverso» (P. Tontini, “TorinoSette – La Stampa”, novembre 2001).