«Il corto è ricco di simboli che lascio al pubblico trovare (a partire da quello di ispirazione caravaggesca del vaso). Ho cercato nel montaggio di riprodurre l'angoscia del protagonista che a causa di un gioco vede la sua vita cadere in frantumi, ponendo l'accento nel finale su un’ antitetica inconsapevolezza della bambina evidenziando il fatto che a questo tipo di gioco può accedere chiunque, ma se quel chiunque è un ragazzino minorenne potrebbe non scorgere i veri rischi che si celano in questa attività» (N. Marchese, Dichiarazione inedita).