Dopo settanta anni i ricordi non esistono più. Paolo Gobetti racconta è stato realizzato da Daniele Gaglianone in seguito alla morte dell’amico e maestro, avvenuta nel 1995, e costituisce forse uno dei suoi lavori più intensi e belli. «È un documentario di montaggio che cuce insieme, in un continuo fluido e discorsivo, le interviste e le “video-confessioni” che Paolo Gobetti ha rilasciato ad amici, intervistatori e collaboratori. È un ritratto commosso e sincero, in cui l’allievo mette in opera la lezione impartita dal maestro. Gaglianone-regista non si vede e non si sente» (D. Zonta, Daniele Gaglianone, Falsopiano, Alessandria, 2004).
La mano del regista è evidente soprattutto nel lavoro di montaggio, con il quale egli compe una vera e propria “riscrittura” per immagini del personaggio Gobetti.
«[…] l'Archivio Nazionale Cinematografico, con cui Gaglianone collabora intensamente dal 1991 al 1997, […] rappresenta per lui - come per altri coetanei amici e collaboratori, tra cui Ernaldo Data e Alessandro Amaducci - una vera e propria scuola- laboratorio di cinema e di vita, grazie a Paolo Gobetti (figlio di Piero e Ada, partigiano combattente, e poi critico cinematografico, regista, inventore di fatto del cinema indipendente e "militante" italiano con Scioperi a Torino,1962, realizzatore di tanti film di montaggio, di ricerca antropologica, di didattica storica, instancabile organizzatore culturale, fondatore dell'Archivio), scomparso nel 1995 e a cui Gaglianone dedica nel 1998 Dopo settant'anni i ricordi non esistono più - Paolo Gobetti racconta, bellissimo e illuminante film di montaggio a partire da anni di video-interviste. Grazie a Gobetti Gaglianone non trova solo un mondo di testimonianze e storie, un orizzonte etico e politico clamorosamente vitale e antitetico all'appiattimento del presente; quella "montagna" su cui salire, come i partigiani, come Gobetti stesso, appassionato camminatore e scalatore; trova anche un "metodo" fatto di rigore ma anche di umiltà, curiosità, sperimentazione e anticonvenzionalità; e un archivio immenso di immagini (e registrazioni audio) che è chiamato a restaurare e organizzare. Non solo in termini storici, didattici, di testimonianza, comunicazione, ma anche in termini espressivi» (P. Manera, “Quaderni del CSCI” n. 6, 2010).