Cortometraggio realizzato con il Premio Spazio Italia Festival Cinema Giovani 1992
Tema centrale del cortometraggio è un ricordo d’infanzia rievocato dal poeta, a cui la madre diceva che lo sperma è il sale della terra. E White usa il corpo morto di una donna sotterrata come veicolo del suo sperma verso la terra.
«Il sale della terra mette in immagini un componimento che lavora già per immagini» (D. Zonta, Daniele Gaglianone, Falsopiano, Alessandria, 2004).
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Il sale della terra ha per set uno spazio tarkovskiano, oltre una linea di confine dove
rolex replica addentrarsi, penetrando la terra, mostrando corpi anch’essi esposti al dolore e al tempo e feriti che si fanno presenze in fuga in un bosco. Le immagini di Gaglianone non sono mai definitive, vivono dell’emozione e nell’emozione, si sporcano di liquidi organici [...] e di sostanze chimiche [...], elaborano un gioco di sguardi sempre più percettivo, chiedono tempo a uno spettatore desiderante» (G. Gariazzo, “Cineforum” n. 12/340, dicembre 1994).