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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



La fuggitiva
Italia, 1941, 35mm, 81', B/N


Regia
Piero Ballerini

Soggetto
dal romanzo omonimo di Milly Dandolo

Sceneggiatura
Piero Ballerini, Salvator Gotta

Fotografia
Antonio Marzari

Musica originale
Gioacchino Angelo

Suono
Orazio Sacco

Montaggio
Duilio A. Lucarelli

Scenografia
Natale Steffenino

Arredamento
Natale Steffenino

Costumi
Ditta Concetta Longo, Torino

Interpreti
Jole Voleri (Delfina Carli), Renato Cialente (Antonio Ravaldo), MariĆ¹ Pascoli (Marina), Anna Magnani (Wanda Reni), Clelia Matania (Lia Coppi), Annibale Betrone (Giacomo Renier), Nino Crisman (Mario Borghetti), Anna Carena (Tilde), Stefano Sibaldi (Matteo Bonetti ), Marina Berti (Lucia), Gabriella Silves (Maria), Felice Minotti (un inquilino), Luciano Caprino (il medico)

Direttore di produzione
Giuseppe Musso

Produzione
Roberto Dandi per I.C.I.

Distribuzione
I.C.I.

Note

Nulla Osta n. 31.430 del 27.10.1941; 2.14 metri.

Dialoghi: Salvator Gotta; canzoni: Natale di Tino Perin e Nicola Valente; cantante: Rina Pellegrini.
Film realizzato negli stabilimenti FERT di Torino.

 

 





Sinossi
Una ragazza, dopo un’aspra lite con il fidanzato, fugge di casa. Nel suo vagare incontra una bambina. Il padre della piccola la invita a lavorare presso di loro come governante, a patto che ritorni a casa dalla propria famiglia. La ragazza si innamora, ricambiata, del padre della bambina, ma la moglie dell’uomo, creduta da tempo morta, ritorna a casa pretendendo di riprendere il proprio posto. La ragazza, comprendendo di essere d’intralcio al ritrovato equilibrio domestico, si licenzia. La bambina, però, sconvolta dai cambiamenti familiari, fugge di casa. È la ragazza a trovare la piccola che, sorpresa da un temporale, si è ammalata di polmonite. Nonostante la bambina chieda alla giovane di ritornare, questa rinuncia, lasciando che la famiglia si riunisca nuovamente.




«Il regista Ballerini sembra essersi più che altro preoccupato di rendere la lindezza espressiva della storia più che di accentuare gli spunti veramente drammatici e passionali che essa contiene. Ne è risultato così un film pulito, scorrevole, piano, che tuttavia mostra qua e là debolezze di ossatura e varie indecisioni. Due fughe e due ritorni sono il nerbo della vicenda che in ogni caso si scosta assai da una possibile veridicità per abuso di espressioni più pensate che sentite. [...] Ballerini ha voluto dirigere con mano leggera, con tocco  più da pastello che a forti tinte, e, forse, proprio per questo ha ottenuti effetti insperati, anche se non tutti di prim’ordine» (G. Isani, “Cinema”, 25.12.1941).
 
«[...] è un film che non mantiene quello che prometteva all’inizio ove il racconto della Dandolo, da cui il film deriva, sembra ritrascritto con limpida e commossa vena da Ballerini. Iole Voleri, qui assunta al ruolo di protagonista, non ha, purtroppo, una fisionomia molto espressiva e appare quasi sempre legnosa e imbambolata. Benché non le abbiano fatto onore, almeno sui cartelloni dove il suo nome non figura accanto a quelli della Voleri, di Cialente e Betrone, la perla del film è, se mai, Mariù Pascoli (l’Ombretta di Piccolo Mondo Antico) deliziosa nelle sue espressioni di bambina; con una voce, dei gesti (ma badate, senza nessuna affettazione) che toccano direttamente il cuore. Perchè non si pensa a fare un film tutto per lei, del quale ella sia la vera protagonista? [...] S’intende che non chiedo un  duplicato di Shirley Temple (ci mancherebbe anche questo) ma un film, senza smancerie né storielle latte e miele, dove si potesse vivere, con la schietta grazia della sua età, questa bambina che ha nel volto tanta luce d’intelligenza» (A. Franci, “Illustrazione Italiana”, n. 47, 23.11.1941).
 

«Milly Dandolo era una scrittrice popolare che negli anni Trenta poteva godere di un certo successo. Lo stesso si può dire a maggior ragione di Salvator Gotta, autore di romanzi patriottici di successo [...]. Entrambi sono oggi, forse non a torto, caduti nell’oblio. Ma nel 1941, quando il produttore Roberto Dandi (uno dei più importanti del periodo) li riunisce per il film La fuggitiva, il fatto crea un certo scalpore. Il film è tratto dal romanzo omonimo della Dandolo, Salvator Gotta scrive i dialoghi, la regia è affidata a Piero Ballerini che da tempo opera a Torino e che girerà il film negli stabilimenti della Fert di corso Lombardia. Le scenografie, le costruzioni e i costumi sono a cura di Natale Steffenino, che avrà in futuro anche la sua chance come produttore. Non sono notissimi i due protagonisti del melodramma, Iole Voleri e Renato Cialente. Invece bisogna soffermarsi su due personaggi minori. La figlia del protagonista, intorno alla quale ruota tutta la vicenda, è interpretata da Mariù Pascoli che era stata Ombretta in Piccolo mondo antico, il kolossal girato da Mario Soldati e interpretato da Alida Valli nell’anno precedente sul Lago Maggiore. Nel ruolo di Wanda Reni, il personaggio più cattivo del film, ecco Anna Magnani che all’epoca girava spesso in Piemonte in piccole parti» (S. Della Casa, “La Stampa – TorinoSette”, 7.5.2010). 



Scheda a cura di
Valeria Borello

Persone / Istituzioni
Piero Ballerini
Salvator Gotta
Jole Voleri
Renato Cialente
Anna Magnani
Marina Berti


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