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Produzioni Tv |
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Mozart è un assasino
Italia, 1999, 90', Colore
Regia Sergio Martino
Soggetto Sergio Martino
Sceneggiatura Sergio Martino, Francesco Contaldo
Fotografia Bruno Cascio
Musica originale Luigi Ceccarelli
Montaggio Eugenio Alabiso, Giovanni Ballantini
Costumi Stefania Svizzeretto
Interpreti Enzo De Caro (Commissario Antonio Maccari), Daniela Scarlatti (Daniela Onelli), Augusto Fornari, Azzurra Antonacci, Emanuela Garuccio, Eleonora Parlante, Manuel Oliverio, Giorgia Cardaci, Emanuele Cerman, Stefano Scandaletti, Alberto Di Stasio
Casting Francesca Romana Martino
Direttore di produzione Federico Fusco
Produzione Devon Cinematografica
Note
Film televisivo trasmesso da RaiDue in prime time Martedì 22 gennaio 2002 (media d'ascolto: 3.038.000; share: 11,17%).
Suono Dolby Digital; collaborazione alla produzione: RaiCinema
Realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
Locations: Villa dei Laghi, nel Parco della Mandria di Venaria Reale (TO).
Sinossi
II commissario Antonio Maccari indaga su una catena di omicidi di cui è vittima un gruppo di giovani musicisti del Conservatorio. Ad aiutarlo nelle indagini, la sua compagna psicologa, Marta Melli, e il fedele ispettore Muti. I primi sospetti cadono su un professore del Conservatorio accusato di pedofilia dalle prime due vittime, per poi spostarsi su Daniele, uno studente che fa uso di droghe e che da anni è in analisi da Marta. Ma anche lui viene assassinato. Maccari viene sospeso dall'incarico, ma continua le indagini fino a giungere all'individuazione del colpevole.
«Mozart è un assassino rappresenta il tentativo di costruire un giallo investigativo con atmosfere thriller utilizzandotutti gli elementi chiave del genere: il poliziotto segnato da un fallimento passato, il serial killer mosso da una follia omicida quasi atavica, un gruppo ristretto di personaggi a un tempo sospetti e vittime potenziali. Il film tv, tuttavia, non riesce ad amalgamare e a rendere organici e credibili i dispositivi narrativi che introduce, finendo soltanto con l'accumulare luoghi comuni e personaggi stereotipati. Si affastellano indizi, sospetti e delitti, mentre temi d'attualità - quello della pedofilia o quello della droga - vengono adombrati e subito abbandonati. Senza riuscire a costruire una vera atmosfera thriller, il film tv va avanti meccanicamente per colpi di scena e rovesciamenti di situazione e sfocia nella conclusione più improbabile e meno credibile: quella del trauma psicologico subito durante la gravidanza dal feto del futuro assassino. Un cast di un certo rilievo e una regia professionale sono al servizio di una sceneggiatura sotto la media» (M. Renzini, in M. Buonanno, a cura, Storie e memorie. La fiction italiana. L’Italia nella fiction. Anno quattordicesimo, Eri, Roma, 2003).
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